Nessun dubbio sulle intenzioni: i pugliesi mirano eccome, tutti a prescindere dal partito di appartenenza, a dissetare la Capitanata con l’unica acqua quasi immediatamente disponibile, quella del Liscione. Ma è quasi certo anche che le accelerazioni, e le frenate, di queste settimane – tubone finanziato, tubone non finanziato – sono un frutto abbastanza avvelenato della campagna elettorale in corso per scegliere il successore del governatore Emiliano.
Per la destra dei colonnelli meloniani – uno dei più potenti è il viceministro alla Salute Gemmato che nelle ore in cui il ministro Schillaci traballa a causa della commissione vaccini trascorre le vacanze con la premier Giorgia e la sorella Arianna – sarebbe un colpaccio il ritorno alla guida della Regione. Foggia, il granaio d’Italia, ha sete: le daremo l’oro blu del Molise.
«Dopo anni di inerzia, immobilismo e indifferenza, decisivi passi in avanti per la soluzione idrica della Capitanata grazie alla determinazione del Governo Meloni», ha dichiarato in questi giorni il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra (FdI). «Durante la seduta della Cabina di Regia per la crisi idrica tenutasi lo scorso 8 agosto – ha proseguito – il commissario straordinario Nicola Dell’Acqua ha presentato una dettagliata relazione sull’intervento di interconnessione idrica tra la diga molisana di Ponte Liscione e la traversa di Finocchito, in Puglia. L’opera è stata riconosciuta come strategica per il rafforzamento della resilienza idrica del Mezzogiorno e per garantire una gestione più efficiente delle risorse idriche tra le due regioni. La relazione del commissario ha evidenziato il quadro attuale dei finanziamenti disponibili e ha segnalato un ulteriore fabbisogno finanziario pari a circa 20 milioni di euro. Il Governo è già al lavoro per individuare le fonti di finanziamento necessarie a coprire tale fabbisogno, consapevole dell’urgenza e della rilevanza dell’intervento». E, ancora, «è emerso l’impegno di affidare la progettazione definitiva dell’opera entro ottobre, con l’obiettivo di completarla entro pochi mesi. La progettazione comprenderà anche gli interventi di sfangamento della diga di Ponte Liscione, finalizzati al recupero della capacità originaria di invaso, elemento fondamentale per garantire l’efficacia dell’interconnessione. La riqualificazione delle infrastrutture molisane e la gestione della risorsa acqua permetteranno di avere anche maggiori disponibilità per l’agricoltura della Capitanata, senza sottrarre niente al territorio molisano e anzi migliorando la diffusione idrica attraverso il sistema degli ‘stacchi’».
Non tanto “arrosto” in più rispetto alle ultime dichiarazioni di parlamentari della destra pugliese prima della pausa di agosto. La senatrice Fallucchi, ad esempio, i 190 milioni li aveva visti e annunciati già.
Quello che invece un po’ sorprende è la spaccatura profonda del fronte pugliese. E che a ragionarci conferma l’accelerazione in chiave solo elettorale è la presa di posizione del consigliere regionale Antonio Tutolo. Esponente della maggioranza di centrosinistra, pur se fieramente indipendente, rovina la festa al centrodestra: «Dopo settimane di silenzi e promesse non mantenute, ieri è arrivata l’ultima trovata: si parla di un altro presunto stanziamento di 20 milioni di euro per la un condotta del Liscione. Una cifra che, oltre a essere irrisoria rispetto ai 190 milioni annunciati in precedenza, non è accompagnata da alcun atto formale. Il Governo sarebbe “al lavoro per individuare le fonti di finanziamento necessarie a coprire tale fabbisogno”. Un déjà vu che non convince più nessuno. Annunci in pompa magna, ma di concreto non c’è nulla. E questo è inaccettabile. I cittadini hanno il diritto a certezze, non a promesse. Le cifre cambiano a ogni dichiarazione, ma la sostanza resta sempre la stessa: mancano documenti, coperture, impegni reali. L’unica certezza, oggi, è che i 190 milioni non ci sono e che i lavori non partiranno a settembre», ha tuonato spiegando di aver cercato tracce nel decreto acqua citato qualche settimana fa dalla destra. In quel provvedimento per il bypass da Liscione a Finocchito non c’è nulla.
«Questa infrastruttura potrebbe irrigare 6.000 ettari di terreno nel basso Molise, generando sviluppo, lavoro e reddito per un territorio che oggi è costretto a vedere i propri figli emigrare. Solo l’acqua in eccesso arriverebbe in Puglia – ripete Tutolo – E a questo proposito invito la consigliera regionale molisana Micaela Fanelli a un confronto pubblico, perché continua a diffondere una narrazione fuorviante e allarmistica. Parlare di “furto d’acqua” è irresponsabile. Le spiegherei, dati alla mano, che il surplus idrico della diga viene oggi disperso in mare, e che la condotta servirebbe prima di tutto il Molise, con benefici diretti per l’agricoltura locale. Non si tratta di togliere, ma di restituire dignità e futuro a un territorio abbandonato. Se completata fino al potabilizzatore di Finocchito, libererebbe risorse idriche oggi sottratte all’agricoltura e gettate in mare. I benefici sarebbero enormi, ma servono infrastrutture e volontà politica».

























