Molise, Basilicata, Abruzzo, Sardegna ma anche Toscana e Liguria: sono queste le regioni in cui si trovano più Comuni dove gli anziani rischiano di non ricevere il livello di cure di cui hanno bisogno. Nella XX Regione, per capirci, il “pericolo” si registra nel 24,3% dei suoi 136 Comuni.
Complessivamente in tutta Italia sono 544 i centri che presentano l’indice di criticità potenziale più alto relativo all’assistenza sanitaria per gli over 80. Molto spesso si tratta di centri che si trovano in zone isolate o di montagna in cui si registrano disagi per quanto riguarda la mobilità, quindi i trasporti, e altri servizi essenziali. e servizi. All’opposto in Valle d’Aosta, Veneto, Trentino-Alto Adige, Puglia, Lombardia e Lazio ci sono i Comuni con l’indice di criticità potenziale più basso.
A disegnare per la prima volta una mappa così dettagliata nel Paese che ha il record di anziani e dove – come certifica l’Istat – il 20% delle persone che hanno più di 70 anni mostra gravi limitazioni nel compiere le attività quotidiane è il lavoro realizzato da “Age-It”, il programma di ricerca sull’invecchiamento guidato dall’Università di Firenze, e che vede nella partnership anche l’Università del Molise, e finanziato dal Pnrr: una squadra che conta complessivamente 800 ricercatori, mette insieme una rete di oltre 20 atenei, centri di ricerca, aziende e istituzioni.
Ma come nasce l’indice di criticità presentato in un evento al ministero della Salute?
I ricercatori hanno incrociato i dati relativi alla popolazione anziana residente, quelli relativi alla classificazione di “area interna” (viene cioè misurata la distanza in auto superiore ai 20 minuti da un ospedale e dagli altri servizi) e quelli sulla possibilità di avere a disposizione caregiver familiari (attraverso il rapporto percentuale tra la popolazione over 80 e i parenti di età compresa tra i 50 e i 64 anni) e poi li hanno confrontati anche con i tassi di bassa fecondità ed emigrazione.
È evidente, consultando la mappa che ne viene fuori, che ci sono anche aree ad alta percentuale di over 80 (a esempio in alcune zone della Liguria) dove l’indice è basso e aree dove, pure essendoci meno anziani, questo indice segnala criticità potenziali (per esempio accade in Basilicata).
Le Regioni che comprendono più Comuni segnati da un’alta criticità potenziale sono: Molise (24,3%), Basilicata (21,4%), Abruzzo (18,7%), Sardegna (13,8%), Toscana (13,6%) e Liguria (10,7%), tutte ben al di sopra del valore nazionale (6,9%). All’opposto, Valle d’Aosta (0%), Veneto (0,5%), Trentino (0,7%), Puglia (2,3%), Lombardia (2,6%) e Lazio (3,7%) presentano le percentuali più basse. Queste ultime Regioni sono anche quelle con le percentuali più alte di Comuni classificati come privi di criticità potenziali, sempre superiori al 50%, con l’unica eccezione del Lazio (43,1%).
In totale, dunque, i Comuni con la criticità “alta” sono 544 e 1252 quelli a criticità “media”. Le criticità più alte si trovano comunque in tutto il Paese: da Nord (per esempio Zerba in Emilia o Fascia e Gorreto in Liguria) al Centrosud (Rosello e Colledimacine in Abruzzo, Pescopennataro in Molise o San Paolo Albanese in Basilicata). Allo stesso tempo i centri relativamente più strutturati in termini di potenziale assistenza agli anziani sono sia al Nord (a esempio Rognano, Merlino o Roncaro in Lombardia) che al Sud (Orta di Atella, Melito di Napoli o Gricignano di Aversa in Campania).

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*