Non bastasse la carenza cronica di medici, che da anni penalizza ospedali e ambulatori del Molise, a preoccupare oggi è anche la fuga dagli studi di Infermieristica. I dati diffusi da Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, fotografano una situazione allarmante: i posti disponibili nei corsi di laurea sono in crescita costante, ma le domande di accesso non coprono più i bandi.
Se nel 2001 i posti erano 10.614, quest’anno sono saliti a 20.699 (di cui 290 in Infermieristica pediatrica). Eppure, le domande si fermano intorno alle 19mila, con picchi registrati solo nel 2010. In particolare, nel Mezzogiorno il rapporto tra posti e candidati non supera 1,5 a 1.
Una tendenza che rispecchia fedelmente le difficoltà del Molise, dove da tempo i reparti sono costretti a lavorare con organici ridotti all’osso: al Cardarelli come negli ospedali periferici, spesso i turni si reggono grazie a straordinari continui o al ricorso a cooperative esterne. «Il rischio – spiegano da Fnopi – è che non ci siano più infermieri a sufficienza per garantire il ricambio generazionale, con un impatto diretto sulla qualità delle cure».
Le ragioni del calo di attrattiva sono molteplici e note anche ai professionisti molisani: stipendi bassi (tra i 27 e i 35mila euro lordi l’anno nei primi cinque anni), turni pesanti, scarse possibilità di carriera, difficoltà a conciliare lavoro e vita privata, e un limitato riconoscimento sociale della professione.
Il paradosso, sottolinea ancora la Federazione, è che i laureati siano comunque aumentati negli ultimi vent’anni, passando da 8.866 del 2004 a 11.404 nel 2024, con una previsione di 14.500 nel 2027. Numeri importanti ma insufficienti, visto che ogni anno vanno in pensione circa 25mila infermieri.
Nel Molise il problema rischia di essere esplosivo. Con la fuga dei medici e la scarsa attrattiva dell’Infermieristica, il sistema sanitario regionale si trova stretto in una morsa: da un lato l’impossibilità di coprire reparti e servizi fondamentali, dall’altro l’invecchiamento della popolazione che aumenta il fabbisogno di assistenza.
E mentre la politica discute di piani di rientro, deficit e riorganizzazioni, la realtà è che in corsia mancano le figure professionali che tengono in vita ospedali e servizi. Una carenza che rischia di trasformare l’“emergenza” in cronica desertificazione sanitaria, con conseguenze sempre più gravi per i cittadini molisani.
ppm

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