Il direttore dell’Asrem Giovanni Di Santo ha presentato un esposto alla Procura di Campobasso per accertare i fatti della notte fra l’11 e il 12 agosto all’ospedale Cardarelli.
In sintesi, torniamo a quella notte. Pronto soccorso sovraffollato, in tilt. Un giovane medico in turno, esasperato dalla difficoltà di ricoverare i pazienti in attesa nel reparto d’emergenza si reca in diversi reparti di degenza accompagnato da un poliziotto del posto di guardia. E scopre che ci sono numerosi letti liberi. Il caso finisce sui giornali. È Primo Piano a riportare la notizia con l’evidenza che oggettivamente merita.
E oltre al «clamore mediatico comprensibile», così ha sintetizzato ieri in Aula il consigliere regionale di Costruire democrazia Massimo Romano, scattano anche l’intervento della direzione medica del Cardarelli, poi dei vertici dell’Asrem, e l’interessamento della politica.
A rispondere ieri a Palazzo D’Aimmo all’interpellanza urgente che Romano presentò il giorno stesso della pubblicazione dell’articolo, il 13 agosto scorso, è stato il sottosegretario alla presidenza della giunta Vincenzo Niro sulla base delle informazioni e dei riscontri ricevuti dall’azienda sanitaria.
«È mio dovere chiedere se la Regione abbia verificato cosa è accaduto e perché», ha detto Romano illustrando per sommi capi l’atto di sindacato ispettivo e sottolineando la gravità di quanto riportato su queste colonne.
Dalla nota a cura della direzione medica del presidio ospedaliero del capoluogo, letta in Aula dal sottosegretario Niro, si coglie innanzitutto la sensazione di un cortocircuito interno. Che è stato poi esaminato anche dal nucleo ispettivo interno attivato dal dg Di Santo nelle ore successive all’episodio clou.
Le verifiche avviate attraverso i sistemi informatici e con sopralluoghi nei reparti hanno portato all’accertamento del dato di fatto che alcuni letti erano effettivamente disponibili quella notte. E la direzione medica ne ha chiesto l’effettivo utilizzo per decongestionare il Pronto soccorso. I controlli hanno però anche riguardato i codici di triage assegnati – in quei giorni molto più affollato del solito anche per patologie a bassa complessità probabilmente per mancanza di risposte “territoriali” considerando il periodo di Ferragosto – e la tipologia del ricovero richiesto dal reparto di emergenza urgenza.
Dopo aver letto le risultanze del nucleo ispettivo interno, dunque, il direttore generale di via Petrella ha deciso di portare il caso all’attenzione della magistratura perché i fatti siano accertati nella maniera più completa possibile. ppm

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