La seduta del Consiglio regionale di ieri si è aperta con la richiesta della consigliera dem Micaela Fanelli di discutere subito la mozione presentata dalle opposizioni sul conflitto in Medio Oriente. Ma prima di entrare nel merito, l’Aula ha approvato a maggioranza l’abrogazione del Rendiconto generale 2023, «per rimuovere ogni ostacolo alla definizione del giudizio di parificazione da parte della Corte dei conti», come spiegato dall’assessore Gianluca Cefaratti.
Il dibattito su Gaza è stato teso sin dall’inizio. All’esterno, sotto la pioggia, centinaia di studenti e attivisti hanno manifestato in corteo fino a Palazzo D’Aimmo chiedendo la fine della guerra. Dentro l’Aula, due assessori comunali di Campobasso – Simone Cretella (M5S) e Mimmo Maio (Psi) – hanno esposto dai banchi del pubblico una bandiera palestinese, provocando l’interruzione dei lavori e il loro allontanamento da parte del personale di sicurezza. Pochi minuti dopo, gesto analogo del capogruppo del M5S Andrea Greco che, sventolando la bandiera in Aula e gridando «Palestina libera», ha costretto nuovamente il presidente Quintino Pallante a sospendere la seduta.
Sul piano politico, l’Assemblea ha bocciato la mozione a firma Fanelli, Salvatore, Facciolla, Primiani e Gravina che chiedeva di condannare senza esitazioni il “genocidio” in corso a Gaza, di sospendere i rapporti istituzionali e commerciali con Israele e di sostenere la missione navale Global Sumud Flotilla. La proposta ha raccolto sette voti favorevoli e 14 contrari.
La maggioranza ha invece approvato (con voto unanime dei presenti, sette assenti) un proprio ordine del giorno, che impegna la giunta regionale a sollecitare il governo nazionale affinché l’Italia si faccia promotrice, nelle sedi internazionali, di una pressione diplomatica per: l’immediata cessazione delle operazioni militari a Gaza; la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani; il cessate il fuoco garantito da osservatori internazionali; la creazione di condizioni politiche e diplomatiche per una pace stabile e giusta, fondata anche sul riconoscimento della Palestina.
Decisiva la scelta di Pd e M5S di non partecipare alla votazione dell’odg di maggioranza. I pentastellati, in particolare, hanno diffuso una nota durissima.
«Quella di ieri è stata l’ennesima pagina di ipocrisia politica. Il centrodestra ha scelto di sostituire la nostra mozione con un testo annacquato, privo della parola più vera e scomoda: genocidio. Non basta cambiare le parole per cambiare la realtà: migliaia di bambini massacrati non si cancellano con le giravolte d’Aula. Noi saremo sempre dalla parte giusta della storia».
Il voto finale ha certificato la spaccatura: maggioranza compatta sul proprio documento, opposizioni divise, e un’Aula che – tra bandiere palestinesi e tensioni – si è ritrovata a discutere di Gaza sotto la pressione della piazza.

























