Resta ancora bloccata in istruttoria la proposta di legge sul fine vita depositata lo scorso aprile in Consiglio regionale del Molise, a firma della consigliera del PD Alessandra Salvatore e sottoscritta da dieci colleghi, sia di maggioranza sia di opposizione.
Il testo, elaborato con il supporto dell’Associazione Luca Coscioni, ha l’obiettivo di dare attuazione alle sentenze della Corte Ccostituzionale in materia di suicidio medicalmente assistito, introducendo tempi e procedure certe.
La proposta stabilisce che: l’Azienda sanitaria regionale raccolga le istanze dei cittadini interessati; una commissione multidisciplinare permanente verifichi i requisiti entro 20 giorni; una volta accertati i requisiti, l’assistenza venga garantita entro una settimana.
Il percorso non potrebbe superare i 30 giorni complessivi, con prestazioni gratuite per i cittadini e senza costi aggiuntivi per le casse regionali.
Nonostante all’indomani della presentazione fosse stata annunciata come una proposta bipartisan e con l’auspicio di una rapida approvazione, la legge in Molise è ancora in attesa della relazione tecnica.
Un immobilismo che stride con quanto avvenuto in Sardegna, dove il Consiglio regionale ha appena approvato un testo analogo con 32 voti favorevoli.
«La Regione Molise ha l’occasione di fare un passo avanti importante sui diritti civili, seguendo l’esempio di altre regioni» – afferma la Cellula molisana dell’Associazione – che chiede ai consiglieri di calendarizzare al più presto la discussione in Aula.
«Ogni giorno che passa pesa sulle persone che attendono una risposta chiara dalle istituzioni», aggiunge l’associazione, ricordando che negli ultimi 12 mesi sono state 62 le richieste di informazioni sul fine vita arrivate dal Molise al Numero Bianco nazionale: un dato che dimostra come il tema non sia affatto teorico, ma riguardi concretamente i cittadini.

























