L’Università degli studi del Molise si schiera apertamente al fianco delle istituzioni accademiche italiane e internazionali, delle organizzazioni per i diritti umani e delle rappresentanze della società civile che da mesi denunciano le gravi violazioni in corso nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Nel documento diffuso dall’Ateneo molisano viene ribadita una posizione netta: «Le stesse norme internazionali che ci spingono a condannare con fermezza i crimini commessi contro civili israeliani il 7 ottobre 2023 – si legge – ci impongono di condannare altrettanto fermamente le incessanti violenze contro i civili palestinesi, titolari degli stessi diritti di protezione dalla violenza armata, di autodeterminazione, dignità e libertà».
UniMol richiama esplicitamente le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia, che ha dichiarato illegale la presenza militare e civile israeliana nei territori occupati, e i mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del premier Benjamin Netanyahu, del ministro della Difesa Yoav Gallant e del leader di Hamas Mohammed Deif per crimini di guerra e contro l’umanità.
«La sopravvivenza stessa della popolazione civile palestinese come gruppo nazionale – afferma l’Università – è oggi minacciata in modo concreto e senza precedenti».
L’Ateneo sollecita un immediato cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi israeliani, l’apertura dei valichi e la rimozione del blocco navale per permettere l’ingresso degli aiuti umanitari senza ostacoli. La posizione si inserisce in un quadro più ampio che punta a una soluzione politica basata sulla piena uguaglianza di diritti per israeliani e palestinesi e sull’attuazione delle risoluzioni ONU che riconoscono il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione.
Pur confermando l’importanza della cooperazione scientifica e didattica come strumento di dialogo tra i popoli, UniMol chiarisce che questa deve essere «coerente con gli obblighi internazionali». Per questo l’Ateneo proseguirà con gli scambi studenteschi e le collaborazioni individuali con docenti e ricercatori israeliani, ma non stipulerà accordi istituzionali di ricerca con enti che possano contribuire alle violazioni del diritto internazionale.
Infine, l’Università esprime il proprio sostegno anche alla società civile israeliana impegnata per la legalità internazionale, sottolineando che la pace passa attraverso il rispetto dei diritti di entrambi i popoli.

























