Superare il dm 70, ottenere una deroga quanto meno per i servizi salvavita, quelli per le patologie tempo dipendenti – come i laboratori di Emodinamica – perché ogni molisano, in qualsiasi territorio viva, abbia la garanzia del rispetto del diritto alla salute.
È il messaggio di sintesi venuto fuori dalla riunione della Conferenza dei sindaci nella sala della Costituzione della Provincia di Campobasso. Messaggio unanime degli amministratori locali, dibattito però plurale, a tratti dialetticamente aspro, fra i protagonisti – a vario titolo – delle decisioni e della programmazione sanitaria.
Ad ascoltare i sindaci c’erano i commissari Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo, intanto.
«Siamo venuti ad ascoltare le loro posizioni, le loro richieste per poi farne sintesi in vista della nuova riunione che avremo a Roma con il tavolo Dm 70 per la riorganizzazione della rete ospedaliera. Faremo sintesi di quello che verrà detto, che ci verrà riferito, ma dobbiamo – ha messo in chiaro il sub commissario Di Giacomo – sempre partire, perché questo è il nostro compito, da quelli che sono i numeri, da quella che è la realtà di questa regione in sanità e verificare e concordare poi con i Ministeri affiancanti le soluzioni migliori e compatibili con le nostre possibilità finanziarie, economiche e anche con le nostre necessità».
Una posizione che ha ribadito al termine della discussione prima di lasciare i lavori e prima di un acceso confronto con il sindaco di Isernia Piero Castrataro sui numeri dell’Emodinamica del Veneziale.
Numeri che, secondo gli amministratori locali del Molise, non possono essere posti alla base delle decisioni in materia di servizi sanitari in una regione che si spopola, con un’orografia complicata e trasporti che non garantiscono una mobilità sicura e tempestiva.
«Lavorare insieme in difesa della sanità pubblica è oggi più che mai urgente. Lo abbiamo ribadito durante la riunione della Conferenza dei sindaci – ha commentato al termine della seduta il presidente Daniele Saia, che è anche sindaco di Agnone – L’appello che abbiamo lanciato ai decisori istituzionali è quello di svincolarsi dalla logica dei numeri: la vita dei cittadini viene prima di ogni logica contabile. E nessun molisano deve sentirsi un cittadino di serie B, ognuno deve avere accesso a strutture adeguate e a cure efficienti e tempestive. Un discorso che deve valere ovunque, dalle zone più interne del Molise fino alla costa. Occorre superare i limiti imposti dal Dm 70, andando in deroga come avvenuto già per altre regioni, e far valere in pieno l’art. 32 della nostra Costituzione, che tutela il diritto fondamentale alla salute. Serve massima unità tra i livelli istituzionali per raggiungere obiettivi comuni. Bisogna avere la forza anche in momenti spinosi della discussione di mantenere la calma per trovare una soluzione congiunta che faccia valere le ragioni comuni. In momenti così delicati non servono divisioni, ma solo scambicostruttivi. Come direttivo della Conferenza dei sindaci abbiamo sempre aperto i nostri incontri a tutte le rappresentanze: dalla struttura commissariale alla Regione, passando per l’Asrem. Continueremo a farlo, ma è fondamentale che ci sia un dialogo edificante».
Conflitti inutili e dannosi, ha riconosciuto anche il governatore Francesco Roberti. Eppure il clima arroventato – fra i commissari e l’assessore Iorio, anche lui presente ai lavori, fra i commissari e l’Asrem rappresentata ieri dalla direttrice amministrativa Grazia Matarante – era molto evidente.
È su un inedito asse Isernia-Termoli che è perciò arrivato un appello a superare le guerre e unire invece le forze per far capire a Roma che nessuna Emodinamica deve chiudere e che l’ospedale di Agnone va preservato. Perché, come ha detto il sindaco Saia, se si predicano investimenti per il futuro delle aree interne non si possono tagliare, proprio in quelle aree, servizi essenziali.
L’asse Isernia-Termoli, dunque. «Il sindaco di Isernia – ha detto Castrataro – si preoccupa quando legge i verbali dei tavoli tecnici e trasferisce la preoccupazione ai cittadini e alla provincia. Ma non farà mai una battaglia contro il sindaco di Termoli perché sa che lui è nella stessa condizione, che gli abitanti della fascia adriatica che sono tanti e diventano ancora di più in estate hanno le stesse prerogative degli abitanti della provincia di Isernia e di quelli di Castel di Sangro e Roccaraso che se c’è un infarto vengono a Isernia».
Se la politica conta ancora, ha aggiunto, bisogna fare in modo che i numeri non determinino la vita delle persone. Subito gli ha fatto eco il collega Nico Balice. Insieme, Regione, sindaci, azienda sanitaria e commissari, per ottenere il risultato che tutti auspicano: nessuna chiusura delle Emodinamche, né a Termoli né a Isernia. ritai

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