Rinviata al 19 novembre, la battaglia sui provvedimenti che riorganizzano la rete ictus del Molise non ha esaurito la sua forza polemica.
Al Tar ieri mattina l’udienza in camera di consiglio. Numerose le istanze di annullamento, previa sospensiva, presentate “contro” il decreto 100 della struttura commissariale della sanità: del Comitato Pro Cardarelli e di Cittadinanzattiva (assistiti da Quirino Mescia), del Comune di Campobasso (rappresentato da Claudia Angiolini), di due cittadini “in proprio”, il cui ricorso è stato curato da Pino Ruta e Margherita Zezza. Davanti al Tribunale amministrativo, per difendere invece il nuovo impianto, si sono costituti i commissari Bonamico e Di Giacomo (in giudizio con l’Avvocatura dello Stato), l’Asrem (con l’avvocato Michele Coromano) e il Neuromed (difeso da Salvatore Di Pardo e Katia Palladino).
La decisione, insieme a una discussione più complessiva, è stata aggiornata al 19 novembre perché, hanno fatto rilevare al collegio le difese dei “resistenti” il decreto 100 è stato superato, comunque integrato, da atti successivi fra cui il protocollo col Neuromed, il percorso assistenziale aziendale varato dall’Asl di via Petrella, e infine il decreto 157 che chiarisce due aspetti cruciali: che il centro regionale per la radiologia interventistica è il Cardarelli ma, nelle more che venga attivato il servizio – di cui l’ospedale ad oggi non dispone – l’hub è l’Irccs di Pozzilli che garantisce interventi di trombectomia h24 e sette giorni su sette; che per il 2025 le prestazioni del Neuromed per la rete ictus rientrano nel budget e a partire dal 2026 la nuova funzione assegnata costerà fra 1,4 e 1,8 milioni l’anno (sarà stabilito dopo l’ok di Agenas e ministero della Salute).
I provvedimenti successivi, ha sostenuto fra gli altri l’avvocato Coromano, superano il decreto 100.
Non ritengono sia così i ricorrenti che con motivi aggiunti impugneranno anche gli atti che sono seguiti. «Il problema è che i traumi neurologici si suddividono in due categorie, ictus e politrauma. A seconda del fatto che il fattore che comporta un’alterazione sia interno, come nel caso dell’ictus, o se invece si tratti ad esempio di un incidente stradale, una caduta. Purtroppo su questo secondo segmento, quello dei pazienti politraumatizzati, resta un vuoto enorme – ha sottolineato Ruta – perché non viene stabilito nel decreto 100 né nel 157 chi ha un incidente, e quindi oltre a un trauma cranico ha una lesione al midollo spinale, una lesione dei polmoni, una lesione all’occhio, o addirittura un bambino che può aver bisogno di un intervento pediatrico, dove va ricoverato per avere un trattamento complessivo e non soltanto neurologico. Serve, è evidente, anche una verifica preliminare per capire se si deve intervenire prima sulla perforazione ai polmoni oppure dal punto di vista neurologico. Tutto questo richiede una valutazione complessiva e quindi la presenza di tutte le specialistiche, per questo non può che farla una struttura pubblica che le abbia tutte e non può farlo una struttura specialistica. Dopo questo filtro, può intervenire anche la struttura specialistica».
Questo aspetto, ha aggiunto, è stato censurato più volte, dal Consiglio di Stato nel 2021 e poi nel 2024 dal Tar Molise nella sentenza passata in giudicato che ha accolto i ricorsi del Comune contro la programmazione sanitaria dei commissari per le reti tempo dipendenti. Però il vulnus resta anche nei decreti sulla rete ictus di questi mesi che per questo a suo giudizio sono illegittimi.
«È andata come ci aspettavamo – ha commentato a margine dell’udienza Di Pardo – I ricorsi non potevano essere discussi perché il nuovo decreto non era stato impugnato. Noi siamo sereni perché è chiara la volontà della struttura commissariale di fornire, in tema di trattamento dell’ictus, l’unica soluzione al momento possibile in Molise per salvare vite umane. I ricorsi sembrano, invece, voler escludere dalla rete l’unico soggetto, una struttura d’eccellenza in cui i pazienti arrivano da tutta Italia, che può garantire di salvare vite umane. Sembra, in sintesi, più una battaglia contro Neuromed, e a favore a quel punto di ospedali di fuori regione come Pescara o San Giovanni Rotondo dove le persone colpite da ictus venivano trasferite in elicottero per la trombectomia, e non per migliorare l’assistenza sanitaria».
ritai

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