«È un onore rinsaldare i rapporti fra Albania e Italia». Così il governatore del Molise Francesco Roberti ha accolto ieri a Palazzo Vitale il Presidente della Repubblica albanese Bajram Begaj.
Rapporti, ha proseguito Roberti, che possono solo migliorare con l’implementazione degli scambi socioeconomici che possano far crescere i due territori «in maniera sinergica» e far sì che l’Adriatico diventi punto di raccordo strategico, un ponte e non un muro. «Ci auguriamo che presto entriate in Europa. Ma nel frattempo dobbiamo continuare ad avere quei rapporti proficui che possono soltanto portare un miglioramento e ricchezza per i nostri territori», si è detto certo il capo di via Genova che proprio in una recentissima visita nel Paese delle Aquile ha avviato un confronto sulla collaborazione in molti settori.
Numerosi gli eventi organizzati anche nella giornata di oggi, quando Begaj sarà nei Comuni di origine albanese, a partire da Ururi dove sarà inaugurato il monumento a Scanderbeg. Una riscoperta della storia comune, le parole di Roberti, delle contaminazioni culturali, sociali e anche religiose dei due popoli.
Insieme a Roberti, nella sala giunta, la deputata Elisabetta Lancellotta, alcuni esponenti dell’esecutivo (l’assessore Cefaratti e il sottosegretario Niro), la sindaca di Ururi Laura Greco, il dg della Regione Domenico Nucci.
Il Presidente Begaj si è detto emozionato, come ogni volta che viene in Italia. «Le relazioni fra i nostri due Paesi sono fondamentali e sono molto buone in diversi ambiti, culturale, politico, economico sociale. E, soprattutto, sono buoni i rapporti tra le persone. Lo dimostrano anche le ottime relazioni che ci sono tra i due primi ministri e la Commissione congiunta tra i due Paesi», ha detto.
L’Italia, ha proseguito nel breve colloquio al secondo piano di Palazzo Vitale, «è stato sempre un Paese “fraterno”. Soprattutto dopo l’inizio degli anni ‘90, ha rappresentato un supporto economico e anche quasi giuridico nel processo di integrazione. Collaboriamo nell’ambito della difesa essendo due Paesi della Nato. Collaboriamo nell’ambito della formazione, molti albanesi si sono formati in Italia. Ci sono anche tanti turisti italiani che vengono a visitare l’Albania. C’è anche una rete di imprese, quindi di imprenditori italiani che lavorano in Albania. Potrei dire lo stesso anche degli scambi culturali. Ovviamente – ha detto ancora Begaj – c’è spazio per fare ancora di più».
Priorità alla cooperazione economica perché «è vero che l’Albania è un piccolo punto, un piccolo Paese sulla carta sulla mappa. Però dal punto di vista geo strategico è molto importante. È la porta d’ingresso dell’Europa nei Balcani occidentali ma non solo. E in questo contesto l’Italia ci è stata molto vicina, una voce molto potente anche per lo sviluppo del corridoio 8 e per i collegamenti».
Infine, Begaj ha ringraziato Roberti per quello che l’Italia ha rappresentato per gli albanesi della diaspora antica, quella di cinque, sei secoli fa, e per quelli che sono emigrati al di qua dell’Adriatico quasi 30 anni fa. «Posso affermare con piacere che voi li avete accettati così come erano, li avete accettati e integrati nella vostra società».
Prima di lasciare Palazzo Vitale per andare a incontrare il prefetto di Campobasso Michela Lattarulo, la visita in Regione si è conclusa con un reciproco scambio di doni.


























