Al momento gli ospedali di comunità in Molise sono due. E due restano anche nelle linee guida che ne aggiornano e implementano il funzionamento sulla scorta di quanto previsto dal Pnrr e, soprattutto, dalla norma di riferimento per la disciplina dei servizi sanitari territoriali, vale a dire il Dm 77/2022.
Al Vietri di Larino e al Ss Rosario di Venafro le cose funzionano così (o “funzioneranno” così, se si tratta di prestazioni di cui è in corso d’opera l’attivazione). Il Caracciolo di Agnone, che la bozza di Programma operativo 2025-2027 trasforma in terzo ospedale di comunità del Molise, è ancora fuori dall’operatività delle linee guida approvate con decreto dai commissari Bonamico e Di Giacomo. Per ora. Perché il Po 25-27 non è stato ancora approvato dal Tavolo tecnico.
A cosa servono, dunque, gli ospedali di comunità? Svolgono una funzione intermedia tra l’assistenza domiciliare e il ricovero ospedaliero. Si tratta, quindi, di strutture sanitarie di ricovero breve e accolgono che, «a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio ma che richiedono il ricovero in tali strutture, per l’inidoneità del domicilio stesso e per la necessità di una assistenza e sorveglianza infermieristica continuativa anche notturna, non erogabili a domicilio», viene spiegato nel documento allegato al decreto 162/2025 dei commissari.
L’ospedale di comunità, quindi viene precisato, non è un’alternativa a forme di residenzialità extraospedaliere già esistenti che hanno altri destinatari come malati cronici non autosufficienti, disabili e malati terminali.
L’obiettivo di fondo è evitare ricoveri ospedalieri impropri o favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più vicini al domicilio dei pazienti.
All’ospedale di comunità possono accedere utenti che hanno bisogno di «assistenza sanitaria infermieristica continuativa nelle 24 ore, non erogabile a domicilio o in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale e/o familiare)». Vale a dire, più nel dettaglio: pazienti con patologia acuta minore che non necessitano di ricovero in ospedale; pazienti con patologie croniche riacutizzate che devono completare il processo di stabilizzazione clinica, con una valutazione prognostica di risoluzione a breve termine (15-20 giorni), provenienti dal domicilio o da altra struttura residenziali, dal Pronto soccorso o dimissioni da presidi ospedalieri acuti. In caso di pazienti con demenza o con disturbi comportamentali, in quanto affetti da patologie croniche riacutizzate a domicilio o in dimissione ospedaliera, il personale deve essere adeguato al target di utenti per formazione e numerosità.
L’assistenza medica è assicurata in questo modo: nel turno diurno (8 – 20) per almeno un’ora di presenza settimanale per singolo paziente, sei giorni su sette; nel turno notturno (20-8) e diurno festivo e prefestivo in forma di pronta disponibilità, anche organizzata per più strutture dello stesso territorio, con tempi di intervento conformi a quanto previsto dalle norme vigenti in materia.
Per quanto riguarda il personale, lo standard per un ospedale di comunità dotato di 20 posti letto è fissato dalla Regione in questi termini: 7 – 9 infermieri, di cui un coordinatore infermieristico; 4 – 6 operatori sociosanitari; 1- 2 unità di altro personale sanitario con funzioni riabilitative; 1 medico per 4,5 ore al giorno 6 giorni su 7.
Quanto all’accesso, può avvenire su proposta di un medico di medicina generale, un medico di continuità assistenziale, uno specialista ambulatoriale interno, un medico ospedaliero o un medico di Pronto Soccorso, previo accordo con la struttura.
Gli ospedali di comunità, infine, possono avvalersi dei servizi di Telemedicina, per i casi selezionati ritenuti idonei e in base a specifici percorsi diagnostico terapeutici e piani assistenziali. Ma prima di attivarli, va esplicitamente richiesta e ottenuta l’adesione consapevole da parte dei soggetti coinvolti.

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