Serve un emendamento alla Finanziaria dello scorso anno per ottenere i 90 milioni di euro stanziati per ridurre il disavanzo della sanità molisana.
Chiesta e promossa dal governatore Francesco Roberti, la proposta di modifica alla legge di Bilancio al vaglio della Commissione del Senato – da quanto si apprende – sarà depositata dal parlamentare e coordinatore di Forza Italia Claudio Lotito.
Che ci fosse qualche ostacolo alla concreta liquidazione dei primi 45 milioni previsti come contributo per l’anno ancora in corso era chiaro da tempo. Tanto che dalla struttura commissariale, in particolare dalle dichiarazioni del commissario Marco Bonamico anche a questa testata, è trapelata negli ultimi mesi la necessità di fare in fretta e ottenere l’approvazione del Programma operativo in tempo utile, per non perdere i fondi. L’ultima versione diffusa ai consiglieri regionali venerdì e che starebbe per essere trasmessa a Roma non contiene decisioni e disposizioni su cui è ancora in corso il contraddittorio con il Tavolo dm 70 (per esempio la chiusura o il mantenimento di Emodinamiche e punti nascita): un escamotage per avere rapidamente il via libera dai tecnici di Mef e Salute. Però siamo già a metà novembre e i tempi consueti della struttura che sovrintende al piano di rientro non lasciano ben sperare.
L’argomento, ostico di per sé, è complicato dalla maretta politica che si è scatenata nelle ultime ore. Su cosa fare per non dire addio a un aiuto fondamentale per i conti ancora malconci della sanità molisana si è scatenata la polemica da parte delle opposizioni in Regione che hanno tratto spunto da ricostruzioni giornalistiche e dichiarazioni dei parlamentari Cesa e Lotito e del governatore Roberti. I primi due si sono subito affrettati a smentire dissapori col presidente di Palazzo Vitale. Ma la seduta del Consiglio di ieri è stata un’utile occasione per chiedere spiegazioni, lo ha fatto ad esempio Gravina (5s). E anche per chiarire le cose.
Per capire cosa serve per ottenere l’accredito dei 90 milioni basta rileggere la Finanziaria dello scorso anno, magari col supporto della relazione tecnica degli uffici legislativi parlamentari. I commi da 381 a 384 dell’articolo 1 della legge di Bilancio per il 2025 prevedono misure per il servizio sanitario regionale del Molise. In particolare, il comma 381 sancisce il contributo di 45 milioni annui per il 2025 e il 2026, il 382 dispone che «in considerazione della perdita complessiva non coperta del servizio sanitario regionale della regione Molise rilevata al 31 dicembre 2023, la regione Molise è tenuta a predisporre, entro il 31 gennaio 2025, un piano di copertura del disavanzo pregresso del proprio servizio sanitario regionale al 31 dicembre 2023, al netto delle somme di cui al comma 381, con l’indicazione delle modalità e dei tempi di attuazione, da recepire nel Programma operativo 2025-2027 di prosecuzione del piano di rientro di cui al comma 383». Il comma 383 aggiunge: «L’assegnazione delle somme di cui al comma 381 è subordinata alla predisposizione e all’attuazione, da parte della struttura commissariale per l’attuazione del piano di rientro della regione Molise, del Programma operativo 2025-2027 di prosecuzione del piano di rientro, previa approvazione da parte dei Ministeri della salute e dell’economia e delle finanze (…)».
Un doppio adempimento quindi (pare sia stata la dg del Mef Adduce e volerlo, ma quando lo Stato eroga contributi e prestiti di qualunque genere agli enti territoriali lo fa pretendendo il massimo delle garanzie): la Regione deve dimostrare al Mef come coprirà il debito certificato al 31 dicembre 2023 e in quanto tempo. I commissari devono ottenere da Roma l’ok al nuovo Programma operativo, che deve a sua volta contenere il piano di rientro.
A che punto siamo? Il piano di rientro originariamente aveva una durata di dieci anni. Il Tavolo tecnico ha chiesto di dimezzare i tempi e il presidente della Regione ha preso l’impegno formale. Il documento, quindi, riformulato è stato rinviato nella Capitale. Soprattutto, spiega Roberti a Primo Piano, il piano ha le carte in regole ora per essere approvato perché la Regione ha finalmente restituito 15 milioni al bilancio della sanità che “ballavano” dai tempi del commissario Giustini. «Abbiamo fatto i nostri compiti», sintetizza il governatore. Però manca l’ok definitivo dei tecnici. Al piano di rientro, ma dovrebbe essere una formalità. E al Programma operativo che quel piano lo menziona (in recepimento) a pagina 174: 121 i milioni da coprire, ma considerando i 90 di contributo statale diventano 41. Cinque milioni all’anno dal 2025 al 2027 compreso e altri otto per il 2028 e il 2029.
Le formalità ci sono tutte o quasi. Manca infatti la cosa più importante: il via libera del Tavolo al Programma operativo. Ostacolo che il centrodestra cercherà di rimuovere con l’emendamento alla Finanziaria. ritai

























