Una settimana di mobilitazione contro la legge di Bilancio, da ieri fino al 21 novembre, in vista dello sciopero generale del 12 dicembre.
L’ha promossa lo Spi Cgil, ieri in una conferenza stampa nella sede di via Mosca le ragioni illustrate dal sindacato molisano. La manovra del governo Meloni, l’hanno bollata la segretaria regionale Spi Maria Perrotta e il capo della Camera del Lavoro del Molise Paolo De Socio, «è contro i più deboli, favorisce gli evasori e penalizza lavoratori e pensionati». La mobilitazione diffusa è per rivendicare aumenti delle pensioni in linea con il reale costo della vita e un sistema fiscale più giusto.
Secondo il sindacato, le misure previste per i pensionati sono infatti assolutamente insufficienti. L’aumento da gennaio 2026 per le quelle sociali è per la Cgil «un’elemosina» da 12 euro mensili netti, una «beffa» se confrontato con il trattamento fiscale riservato ad altre categorie. Critiche anche sulle pensioni minime: viene confermato solo un incremento temporaneo del 2,7%, ma dal 2026 una nuova regola lo collegherò ai saldi di bilancio. A questo si aggiunge un meccanismo di calcolo che, secondo il sindacato, riduce ulteriormente il beneficio per le pensioni non integrate. Anche il taglio dell’Irpef è giudicato irrisorio, con vantaggi minimi che vanno da 2,50 euro a 18,46 euro mensili per le fasce di reddito interessate.
«I pensionati sono tra quelli più colpiti da questa manovra – ha sottolineato De Socio – in quanto non solo in questo anno, ma negli ultimi anni hanno contribuito, grazie a quello che viene detto fiscal drag cioè il drenaggio fiscale, a riversare nelle casse dello Stato quasi 25 miliardi di euro insieme ai lavoratori dipendenti. Sono stati il bancomat, il vero ammortizzatore sociale nelle diverse crisi. Oggi dovrebbero avere qualche risposta in più invece di avere la prospettiva di finanziamenti che guardano a un passato che a loro stessi non piace. Voglio dire che ci stiamo abituando all’industria della guerra, così come ci stiamo abituando alla guerra. Loro sono testimoni di una storia diversa e sono attivi perché la lotta e il contributo che ognuno deve dare non ha età».
Cosa chiede lo Spi Cgil? «Chiediamo una vita dignitosa per i nostri pensionati – ha messo in fila le rivendicazioni Perrotta – Chiediamo che i pensionati non autosufficienti abbiano i mezzi e i modi per poter portare avanti dignitosamente la propria vita. Chiediamo una sanità pubblica che funzioni, che ci siano in questa finanziaria più fondi per la sanità. Chiediamo di non tagliare ogni anno la perequazione perché perdiamo potere d’acquisto, e l’Istat l’ha detto qualche giorno fa che solo la spesa alimentare è aumentata del 25%, e quindi e chiediamo anche che si smetta con la politica dei bonus perché questi bonus non sono altro che regalie e invece c’è bisogno di un aumento strutturale di una pensione che veramente, come dice la Costituzione, renda la persona autonoma e dignitosa».

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