Una vittoria a metà che mette però nelle condizioni la struttura commissariale della sanità del Molise di pagare al Responsible i 3,8 milioni di cui da mesi si discute. L’ospedale di Petracca dovrà fornire una cauzione, una fidejussione, a garanzia del fatto che – in caso la Regione avesse ragione in Cassazione, dove è pendente il giudizio definitivo su una vicenda che va avanti dal 2019 – potrebbe agevolmente accedere alla restituzione dei soldi. Soldi pubblici, sottolinea il commissario Marco Bonamico, «e quindi noi abbiamo il dovere di rispettare e far rispettare tutte le norme a tutela delle risorse pubbliche e delle pubbliche amministrazioni».
Ci sono, quindi, novità nella vertenza che coinvolge circa 400 dipendenti, numerosi fornitori (da piccole ditte a colossi dei dispositivi medici) e utenti della sanità regionale. Il Responsible è infatti il centro di riferimento in Molise (e attrattivo per le regioni limitrofe) per la radioterapia, l’oncologia ginecologica, la cardiochirurgia.
La Corte d’Appello di Campobasso ha rigettato l’istanza di sospensiva proposta dalla Regione (nello specifico dai commissari difesi dall’Avvocatura distrettuale dello Stato) della sentenza emessa a giugno che stabilisce che il Responsible ha diritto ai 3,8 milioni per le prestazioni salvavita effettuate nel 2019 per il Servizio sanitario regionale ma al contempo ha anche fissato un termine, il 13 gennaio 2026, entro cui l’ospedale di Petracca deve fornire una idonea cauzione, una garanzia fideiussoria rilasciata da primario istituto bancario o assicurativo, di rilevanza eurounitaria o, almeno, nazionale. Lo aveva chiesto, in subordine rispetto alla sospensiva del verdetto di giugno, la stessa Regione.
In primo grado Responsible ha perso la causa, ma la soccombenza della struttura privata convenzionata è stata ribaltata in secondo grado. I commissari e l’Avvocatura dello Stato – lo ha reso noto anche il presidente Roberti a margine di un summit da lui stesso convocato sul tema – sono convinti di avere ragione e quindi confidano che la Cassazione accoglierà il ricorso. Per questo non hanno ritenuto si dovesse pagare il debito nonostante la provvisoria esecutività della sentenza di secondo grado.
Ora, con l’obbligo fissato in capo a Responsible di prestare una cauzione, «sono rispettati i parametri di legge. Quindi abbiamo già individuato – ha spiegato Bonamico a Primo Piano – un capitolo nel bilancio da cui la Regione potrà attingere per saldare i 3,8 milioni». Sempre a patto che arrivi la fidejussione. Adesso c’è un decreto della Corte d’Appello a formalizzare iter e percorso, quindi diritti e doveri.
«Sappiamo di aver in qualche modo esposto il governatore in queste settimane, costringendolo in qualche modo a non pagare, costringendolo lo dico in riferimento al suo intento, espresso e ribadito in queste ore, di dar corso al saldo dei 3,8 milioni. Ma il nostro ruolo è diverso da quello dei rappresentanti politici, noi dobbiamo rigorosamente far rispettare le norme», ha concluso Bonamico.
La riunione, voluta da Roberti dopo che i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil lo hanno chiamato in causa sollecitando il rispetto delle promesse fatte e degli impegni espressi anche in Prefettura perché i dipendenti continuano a non ricevere gli stipendi (l’ultimo acconto riguarda una parte della mensilità di settembre), ha visto la partecipazione dei commissari Bonamico e Di Giacomo, della dg Salute Gallo, dell’assessore Cefaratti e del dirigente del Bilancio Ferocino. Il governatore ha chiesto una relazione sullo stato dell’arte e sui motivi del mancato pagamento al Responsible, utile probabilmente anche per rendere più chiara la situazione ai sindacati, informarli compiutamente e, per il loro tramite, informare il personale dell’ospedale.
Ora, però, con il decreto della Corte d’Appello c’è un ulteriore elemento di chiarezza. Se l’ospedale fornirà la garanzia fideiussoria, la Regione potrà (dovrà) pagare la struttura che, nel frattempo, ha chiesto e ottenuto nei giorni scorsi un pignoramento di sei milioni sui conti di Palazzo Vitale.
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