Le Regioni, riunite ieri in Conferenza straordinaria, hanno approvato all’unanimità il riparto del Fondo sanitario 2025. La dotazione complessiva è pari a circa 136 miliardi e mezzo, di cui 130.668.126 sono rappresentati dalla “quota indistinta” ripartita per il 98,5% sulla base della popolazione residente e della frequenza dei consumi sanitari per età e per lo 0,75% sulla base del tasso di mortalità e per un altro 0,75% sulla base dell’incidenza di povertà, bassa scolarizzazione e disoccupazione.
La cosiddetta “quota premiale”, pari a 341 milioni di euro per il 2025 (0,25% del totale del Fondo), è stata ripartita in auto-coordinamento tra le Regioni in un reciproco sforzo di solidarietà in modo da garantire a tutti i territori un incremento dei finanziamenti. Tra i criteri utilizzati dalla Conferenza delle Regioni per la quota premiale compare per la prima volta l’indice della densità abitativa ed estensione territoriale, ritenuto una leva fondamentale per rispondere al fabbisogno sanitario di alcuni territori.
Il governatore Francesco Roberti, dopo la seduta al Cinsedo, ha parlato di «passaggio politico di grande rilevanza per le Regioni a bassa densità abitativa e con territori complessi come il Molise. Per la prima volta, densità demografica e dispersione territoriale entrano tra i criteri di valutazione, riconoscendo in modo esplicito le difficoltà strutturali e gli oneri aggiuntivi che caratterizzano le realtà più piccole e soggette a spopolamento», ha evidenziato il presidente del Molise.
Un risultato, ha aggiunto, raggiunto con un lavoro sinergico, che ha visto collaborare Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Marche, Molise, Sardegna e Umbria. «La Regione Molise, così, ha visto riconoscere quanto, da anni, affermiamo ovvero che la ripartizione del Fondo sanitario nazionale debba basarsi su criteri, che tengano conto, ad esempio, delle caratteristiche morfologiche dei territori e della densità demografica. L’applicazione di criteri più equi può modificare sensibilmente la distribuzione delle risorse, correggendo gli squilibri tutt’ora esistenti e riequilibrando la ripartizione tra regioni più grandi e regioni più piccole, quest’ultime penalizzate da criteri di riparto ormai datati. Ringrazio il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, con cui abbiamo condotto questo percorso al termine del quale abbiamo raggiunto un risultato importante quanto storico. L’obiettivo è completare l’opera nel 2026, affinché questi criteri entrino stabilmente nella ripartizione ordinaria del Fondo sanitario. Solo così potremo superare la limitatezza della premialità e garantire un riequilibrio concreto e duraturo, assicurando pari diritti e pari servizi ai cittadini molisani».
Infine, ha ricordato Roberti, l’Università del Molise rappresenta un riferimento per lo studio dei meccanismi di riparto territoriale del Fondo sanitario ed è parte del Comitato chiamato a alla elaborazione delle proposte di criteri integrativi sostitutivi, modificativi di quelli attuali, insieme all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, all’Università degli Studi di Padova, all’Università degli Studi di Genova e all’Università Alma Mater Studiorum DI Bologna.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*