Un confronto a tutto campo sui dati e le performance della sanità molisana, in particolare su liste d’attesa e investimenti e dunque sull’assistenza erogata dall’Asrem. Si è svolto ieri pomeriggio al ministero della Salute. Convocato dal capo di gabinetto del ministro Schillaci, Marco Mattei, l’incontro si è aperto con la “madre di tutte le questioni”, quella che da mesi rimbalza fra indiscrezioni e articoli della stampa locale: il paventato commissariamento dell’azienda sanitaria.
A pressare, pare abbiano ribadito ieri pomeriggio i commissari Bonamico e Di Giacomo, sarebbero i tecnici del Tavolo di monitoraggio sul piano di rientro sulla base del deficit e della produttività. Ma sarebbe un provvedimento assolutamente insultivo per la Regione, perché l’Asrem è l’unico segmento di sanità che non è gestito con i poteri sostitutivi (lo è invece completamente la programmazione affidata appunto ai commissari). E sarebbe un atto insultivo per il governatore, che ha la competenza sulla nomina del direttore generale.
Alla riunione per il dicastero guidato da Schillaci oltre a Mattei era presente il dg della Programmazione Walter Bergamaschi, erano presenti anche alcuni dg del Mef e per la Regione, poiché il presidente Francesco Roberti era impegnato in altri tavoli istituzionali nella Capitale, ha partecipato l’assessore Michele Iorio, titolare della delega ai rapporti con i Ministeri per il piano di rientro.
Dal summit, Iorio è uscito con la convinzione, e rassicurazione per i vertici aziendali, che l’Asrem ha evitato qualsiasi forma di limitazione dell’operatività. «Ho spiegato che la Regione non accetterà mai il commissariamento della sua unica azienda sanitaria regionale – ha riferito Iorio dopo il vertice – perché non ci sono intanto le condizioni finanziarie di cui si parla. Mentre si parlava di disavanzo sui 70 milioni, in realtà sarà di 46 milioni. Se consideriamo che la manovra dello scorso hanno ha previsto, oltre ai 90 milioni per la riduzione del deficit, un contributo aggiuntivo annuale di 20 milioni per le Regioni con meno di 500mila abitanti, l’unica Regione a statuto ordinario siamo noi, si comprende bene che non esistono i presupposti per un provvedimento del genere».
La discussione si è poi ampliata anche alla valutazione dei risultati in termini di assistenza, non solo quindi di quelli economici.
L’ex governatore ha anche riaffermato la contrarietà alla chiusura di reparti salvavita, come le Emodinamiche, e dei punti nascita. Per evitare il contenzioso con Roma su questi punti, però, servono modifiche normative al decreto Balduzzi e quindi alle norme sui piani di rientro. «È questa la strada su cui vogliamo proseguire l’interlocuzione col governo nazionale, perché è chiaro che serve un tavolo politico per una decisione del genere. C’è bisogno di una norma che riconosca la tipicità delle piccole regioni come il Molise e che ne comporti di conseguenza l’uscita dal commissariamento. E in questo senso il capo di gabinetto del ministro Schillaci – ha concluso Iorio – ha accettato, nel senso che ha compreso, la mia richiesta».
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