La consultazione pubblica sul Programma operativo 2025-2027 si è conclusa il 9 dicembre scorso. Tra le osservazioni, un documento articolato elaborato dalla Conferenza dei sindaci e trasmesso dal presidente Daniele Saia alla struttura commissariale, alla Regione Molise, all’Asrem e ai Ministeri competenti.
Il testo – sintetizza una nota della Conferenza – evidenzia numerose criticità tecniche, organizzative ed economiche, oltre a rilievi di natura costituzionale, che rendono la proposta di riorganizzazione sanitaria incompatibile con le reali esigenze dei territori molisani, in particolare delle aree interne e montane.
In particolare, l’organismo che riunisce i sindaci del Molise denuncia che il Programma operativo applica in modo rigido gli standard del Dm 70/2015, «senza adattamenti alle peculiarità del Molise, compromettendo l’equità nell’accesso ai servizi e rischiando di incrementare ulteriormente la mobilità passiva verso le regioni limitrofe».
Tra le criticità, la Conferenza esprime netta contrarietà alla riconversione del presidio ospedaliero di area disagiata “San Francesco Caracciolo” di Agnone. Una scelta ritenuta ingiustificata e potenzialmente dannosa, sia sul piano sanitario e sia sul piano socioeconomico. In difesa del Caracciolo Saia e il suo vicesindaco, Giovanni Di Nucci, hanno trasmesso anche ulteriori considerazioni sul taglio dei servizi, specificando come la «chiusura mascherata» genererebbe risparmi irrisori a fronte di costi elevati derivanti dall’aumento della mobilità passiva.
Il documento della Conferenza dedica ampio spazio anche alla situazione dell’ospedale Veneziale di Isernia, presidio spoke fondamentale per un’area vasta, montana e caratterizzata da viabilità complessa e popolazione anziana. Il Po 2025-2027, secondo gli amministratori, non delinea un percorso chiaro di potenziamento del presidio, limitandosi a interventi puntuali e non organici. In particolare, «desta forte preoccupazione l’assenza di una programmazione certa e definitiva per il servizio di emodinamica, lasciato in una condizione di incertezza, “sperimentazione” o provvisorietà, nonostante la sua essenzialità per la gestione delle sindromi coronariche acute in territori dove i tempi di percorrenza verso altri ospedali superano spesso i limiti clinici di sicurezza». La Conferenza sottolinea, poi, che senza un’emodinamica stabile, senza un pronto soccorso adeguatamente potenziato e senza reparti critici pienamente operativi, l’intera rete dell’emergenza–urgenza della zona sarebbe compromessa, con inevitabili ricadute sulla sicurezza dei cittadini e sulla tenuta del sistema sanitario regionale. Anche il sindaco di Isernia, Piero Castrataro, si è soffermato su questi temi ribadendo la sua contrarietà ai tagli in un’ulteriore nota trasmessa nei giorni scorsi.
Per questi motivi, la Conferenza richiama la necessità di una profonda revisione del Po 2025–2027, che tenga conto delle peculiarità del territorio molisano e dei principi costituzionali di tutela della salute, eguaglianza sostanziale e garanzia dei servizi essenziali anche nelle aree più fragili.

























