La procura di Campobasso ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Francesco Roberti e per le altre 43 persone coinvolte nell’inchiesta su un presunto traffico illecito di rifiuti fra il basso Molise e la provincia di Foggia. L’udienza preliminare davanti al giudice è stata fissata per il 22 gennaio. Alcuni degli indagati hanno già ricevuto la notifica degli avvisi, altri ancora no. Nell’inchiesta della Dda di Campobasso è coinvolta anche la moglie del governatore Elvira Gasbarro e due società del
settore dei rifiuti. Gli indagati avevano ricevuto l’avviso di conclusione indagini a febbraio. Il presidente della Regione aveva chiesto di essere sentito e a maggio si era presentato davanti ai magistrati per depositare una memoria difensiva di 200 pagine. La memoria – spiegò l’avvocato di Roberti Mariano Prencipe – ha ricostruito la vicenda e fornito una serie di chiarimenti. «In particolare abbiamo evidenziato che ci sono intercettazioni dalle quali si evince chiaramente il fatto che Roberti non si sia interessato alle sorti di una società in particolare (Energia Pulita, ndr), come gli viene invece contestato. Anzi, fu proprio la Provincia di Campobasso guidata da Roberti a sollevare osservazioni e a imporre restrizioni a questa stessa società». Per la Procura, invece, il governatore avrebbe ottenuto un lavoro per la moglie, incarichi per lui e altri favori.
Roberti, alla guida della Regione da due anni e mezzo, prima di diventare governatore è stato sindaco di Termoli e presidente della Provincia di Campobasso tra il 2019 e il 2023. È proprio sul periodo nel quale ha ricoperto questi due ultimi incarichi che è concentrata l’inchiesta.
Appresa la notizia dall’agenzia Ansa la notizia della richiesta di rinvio a giudizio e della fissazione dell’udienza Gup, l’avvocato Prencipe che assiste Roberti insieme al collega Giuseppe Stellato, ha dichiarati: «Nel prendere amaramente atto che al proprio assistito non è stato ancora recapitato alcunché e che, pertanto, in questo Paese si continuano a considerare gli organi di stampa come propalazione diretta degli organi giudiziari e di notificazione, preme rappresentare che la richiesta della Procura, laddove effettivamente esistente, dovrà poi passare ai vaglio, per la prima volta, di un “giudice terzo” che è il Gup. Il fatto è ancor di più rammaricante perché ha negato al presidente la possibilità di informare direttamente la cittadinanza di quanto accaduto. Il collegio difensivo rimane fortemente convinto dell’innocenza del presidente Roberti e della validità delle articolatissime argomentazioni svolte sul piano sostanziale e sul piano processuale e ritiene obiettivamente, del tutto naturale che anche la Procura della Repubblica desideri sottoporre siffatte complesse questioni all’esame di un giudice».
























