Anche quest’anno, gli autisti Atm non hanno ricevuto ancora la tredicesima. Dicembre, aggiungono i sindacati Faisa Cisal, Fit Cisl e Filt Cgil, significa «attesa, incertezza e rabbia. Una situazione che si trascina da troppo tempo e che, nonostante segnalazioni, proteste e tavoli istituzionali, continua a ripetersi senza una soluzione definitiva. I lavoratori sono costretti ad affrontare le festività natalizie senza una parte fondamentale della retribuzione, e noi sindacati siamo costretti, ancora una volta, a denunciare una criticità ormai strutturale».
Fin dal 2011, quando è nata la società Atm, i dipendenti non hanno mai percepito la tredicesima nei tempi previsti dal Contratto collettivo nazionale di categoria. Ogni dicembre si ripresenta lo stesso copione, con pagamenti che dovrebbero essere automatici e garantiti e che invece arrivano, quando arrivano, in ritardo», ricostruiscono i segretari Santangelo, Di Eugenio e Vitagliano.
Negli anni le organizzazioni sindacali hanno più volte chiesto l’intervento delle istituzioni, con sit-in e incontri urgenti in Prefettura per chiedere soluzioni. «Ma troppo spesso si è trattato di interventi tampone: si gestisce l’emergenza del momento, senza affrontare davvero le cause profonde del problema. Il risultato è che, puntualmente, tornano gli stessi effetti: scadenze contrattuali superate, totale incertezza sui tempi, e famiglie lasciate senza una risorsa economica essenziale proprio nel periodo più delicato dell’anno».
La tredicesima, ricordano quindi, non è un favore, né un “premio”, né un extra ma una retribuzione dovuta, prevista dai contratti nazionali e il suo mancato pagamento nei tempi stabiliti produce conseguenze pesanti e concrete sulla vita dei lavoratori.
«E non si provi a normalizzare il ritardo dietro generiche difficoltà finanziarie. Quando un problema si ripete con questa regolarità per anni, non è più un episodio: è un sistema che non funziona. Serve un cambio di passo, non l’ennesima gestione “a emergenza”. Fra l’altro, nel caso specifico, non ci sono scusanti che tengano: oltre al più che generoso contributo della Regione, le risorse economiche risultano già incassate dall’Atm perché la retribuzione aggiuntiva è compresa nei ratei mensili con cui la Regione corrisponde i pagamenti alla società. Per questo, ogni ulteriore ritardo è ancora più ingiustificabile e inaccettabile».
Servono soluzioni strutturali, dunque, altrimenti «anche il prossimo anno saremo di nuovo qui a raccontare la stessa storia: attese, promesse, rinvii. E una tredicesima che, da troppi anni, non arriva quando dovrebbe. È anche per questo — e per i tanti altri problemi irrisolti che continuano a pesare su lavoratori e servizio pubblico — che è stato proclamato lo sciopero politico regionale per il prossimo 16 gennaio 2026. Uno sciopero necessario per chiedere rispetto, regole certe, trasparenza e responsabilità: verso chi ogni giorno garantisce il trasporto pubblico e verso l’intera comunità molisana», concludono i sindacati.

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