Un’area di crisi light. Che utilizza lo stesso strumento normativo per il rilancio dei territori, la legge 181/1989, e riguarda zone del Molise non ricomprese in quella definita ‘complessa’ e già riconosciuta dal ministro Guidi ad agosto del 2015.

È il percorso che la giunta regionale sta verificando insieme ai tecnici del dicastero allo Sviluppo economico per dare anche alla zona di Termoli, ad esempio, la possibilità di rendere più appetibili gli investimenti dei privati. Una chance ulteriore per la filiera saccarifera, inchiodata alle aste per la vendita dello Zuccherificio fin qui puntualmente deserte.

Ne parlò al convegno della Cisl sull’area di crisi del 18 marzo il governatore Paolo Frattura. “Insieme a Laura Venittelli – rese noto – lavoriamo da mesi al riconoscimento di area di crisi non complessa per ampliare gli incentivi”. Col fronte parlamentare coperto, dunque, dalla deputata termolese del Pd e l’interlocuzione in stato molto avanzato fra la Conferenza degli assessori allo Sviluppo e il ministero di via Molise l’ipotesi sta prendendo forma. Dal punto di vista tecnico il dossier lo sta seguendo il direttore del servizio Competitività dei sistemi produttivi della Regione, Gaspare Tocci.

Come si legge anche sul sito di Invitalia, partner del governo nell’attuazione della legge 181, l’elenco delle aree di crisi industriale non complessa sarà fissato da un decreto del Mise in via di definizione. Alle Regioni il ministero ha presentato una bozza su cui si sta discutendo. Quando il provvedimento sarà definitivo, la giunta potrà candidare territori che non rientrano nell’area di crisi complessa e che presentano i requisiti richiesti.

I parametri, spiega l’assessore alle Attività produttive Carlo Veneziale, sono di tipo demografico-statistico. L’interlocuzione con Roma, aggiunge, è a buon punto. Dopo tre incontri mancano solo dei dettagli tecnici in realtà. E l’impegno, dichiara, “appena il decreto sarà operativo, è di candidare zone che rientrino in quei parametri e che si trovano in basso Molise”. Non solo lì. Ma quella zona, rimasta fuori dalle misure straordinarie di aiuto legate al default dei settori avicolo, tessile e metalmeccanico, da tempo chiede attenzione al governo di Palazzo Vitale.

La legge 181/89, quadro degli interventi, è l’incentivo per il rilancio delle aree colpite da crisi industriale e di settore. Finanzia programmi di investimento produttivo o per la tutela ambientale, completati eventualmente da progetti per innovare l’organizzazione.

Per quanto riguarda l’area di crisi complessa, con l’approvazione definitiva della mappa e la definizione del bacino dei lavoratori da reimpiegare, si tratta ora di scrivere insieme ad Invitalia le regole per le manifestazioni di interesse. Il progetto dell’area di crisi light, invece, potrebbe registrare novità a breve. La pubblicazione del decreto è prevista entro un paio di settimane.

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