Manca davvero poco alle elezioni. Politiche e regionali chiameranno al voto gli italiani e i molisani molto probabilmente a marzo.
Grande fermento. Partiti, movimenti civici, alleanze che si scompongono e ricompongono. Nuove iniziative.
Massimo Romano, a cosa lavora il movimento Coscienza civica?
«A un movimento civico radicato sul territorio, che guarda in particolare agli amministratori locali – aderiscono al nostro movimento numerosi sindaci e molti amministratori di province e comuni – perché siamo convinti che vada ribaltata la piramide della decisione pubblica: non i 20 rappresentanti che siedono in Consiglio regionale strapagati per 136 Comuni, ma auspicabilmente i 136 Comuni con le rispettive comunità che decidono dando un mandato ai rappresentanti. È una rivoluzione copernicana della politica molisana ma noi crediamo che sia l’unico modo per poter sopravvivere e l’unica strada per poter tentare di uscire da un’impasse che oggi è obiettiva. Quello che si è rotto è proprio il meccanismo di rappresentanza politica tra cittadini ed istituzioni».
I partiti tradizionali hanno fallito, quindi?
«Io non esprimo giudizi. La crisi dei partiti è stata ampiamente discussa e analizzata. Personalmente da anni non milito più all’interno di partiti politici, ho preferito un percorso coi movimenti. Non per una forma di snobbismo o altro, semplicemente insieme agli amici con cui abbiamo costituito Coscienza civica ci siamo ritrovati non perché fossimo ideologicamente provenienti da chissà quale partito della prima repubblica – anche perché molti di noi sono più giovani – ma perché abbiamo condiviso delle battaglie di carattere politico-amministrativo. E lo abbiamo fatto tanto con attività politica quanto difendendo i beni comuni attraverso i ricorsi giurisdizionali: penso a quanto è accaduto sui temi dell’ambiente, con le biomasse, o a quanto è accaduto con l’acqua pubblica o quanto è accaduto ma anche in futuro sarà il tema principale sulla difesa della sanità pubblica. Quindi, se c’è una convergenza sui temi concreti si può immaginare anche una convergenza politica a livello di coalizione. Molto spesso non abbiamo trovato interlocutori credibili o che fossero autentici su questi temi e quindi abbiamo fondato questo movimento. Naturalmente ci rivolgiamo a tutte quelle realtà associative che condividono con noi questi temi, che non sono i soliti slogan da campagna elettorale ma attività che abbiamo costruito nel corso degli anni con un impegno personale e diretto di ciascuno degli amministratori che aderisce al nostro movimento».
Nasce Alleanza civica. Che ruolo gioca in questo contenitore, se già lo è, Coscienza civica?
«Beh, sarebbe auspicabile che ci fosse un’aggregazione quanto più larga possibile aperta alle altre realtà associative civiche che sono presenti sul territorio. Abbiamo avuto un incontro pochi giorni fa con i rappresentanti di altre associazioni, con le quali si è condivisa l’esigenza di provare a verificare se ci sono i margini per un percorso. Ad oggi non c’è ancora né una fondazione formale, tantomeno c’è un coordinatore o un coordinamento formalizzato. C’è però un ragionamento. Credo che chiunque voglia impegnarsi per la cosa pubblica in vista delle prossime elezioni ha il dovere di ricercare le possibili alleanze. Perché, da un lato, da soli non si fa nulla e non si va da nessuna parte, dall’altro però è necessario che questi percorsi di aggregazione non siano finti, non siano artificiali, che nascono prima delle elezioni e finiscono il giorno dopo, ma siano cementati sulla effettiva condivisione delle proposte da fare. Io auspico, con il movimento che ho contribuito a fondare, che ci sia un ricambio della classe dirigente e poniamo come tema politico quello di costruire un’alternativa all’attuale governo regionale. Su queste basi lavoriamo anche alle alleanze, oltre che alla predisposizione di una piattaforma politica che chiaramente dovrà essere rappresentata da una figura, come candidato presidente, che dia assoluta garanzia di moralità ma anche di un percorso credibile da un punto di vista istituzionale».
La scorsa settimana è stato relatore a Fondamenta, la convention di Mdp. Anche il partito di Bersani è impegnato nella costruzione di un’alternativa a Frattura in particolare con l’Ulivo 2.0. C’è un dialogo con la creatura di Ruta e Leva?
«Ho partecipato, peraltro volentieri, a questa iniziativa di Mdp su invito dell’onorevole Leva più a titolo personale, come avvocato, che non come rappresentante politico. Sono stato invitato a una piattaforma sulla sanità, c’era anche il presidente del Forum della sanità pubblica che ha specificato di partecipare non in quanto adesione politica ma come rappresentante di un movimento che è dichiaratamente apartitico. Non nego di aver condiviso di recente alcune prese di posizione da parte anche di Leva in materia sanitaria e credo che quando si antepongono gli argomenti specifici al dialogo non ci si sottrae. Detto questo – in termini personali siamo praticamente entrati in Consiglio regionale insieme ormai nel 2006, poi lui ha fatto un percorso molto più edificante dal punto di vista politico – però ad oggi non mi sento di dire che ci siano delle imminenti novità dal punto di vista politico. Valuteremo quello che accade nei prossimi giorni, a partire dalla mozione di sfiducia che è stata calendarizzata per il 7 novembre, dove secondo me si traccerà una netta linea di demarcazione tra chi finge di contrapporsi all’attuale governo regionale e chi invece fa sul serio. Da quella base si potrà capire e comprendere verso quale direzione andremo a marzo».
ritai

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