Ieri, nel corso della seduta pomeridiana, il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha risposto durante il question time alla Camera ad una interrogazione sui Contratti istituzionali di sviluppo firmata da 16 deputati del Movimento 5 Stelle.
Che al premier hanno sostanzialmente chiesto di sapere «quali iniziative intenda il governo adottare per promuovere ulteriormente i Contratti istituzionali di sviluppo, che costituiscono uno strumento innovativo ed efficace per la realizzazione di interventi speciali diretti a rimuovere gli squilibri economici e sociali del Paese, nonché a sostenere lo sviluppo e la crescita economica, la coesione e la valorizzazione delle aree sottoutilizzate del Paese».
«I Contratti istituzionali di sviluppo – la risposta di Conte – sono uno strumento molto utile e molto funzionale per rilanciare il sistema economico-sociale in particolare del Mezzogiorno e per accelerare in generale la realizzazione investimenti strategici, al fine di rimuovere gli squilibri economici tra le varie aree del nostro Paese.
Sin dall’inizio del mio mandato, infatti, insieme anche al ministro del Sud Lezzi, abbiamo investito molto, molte energie mentali e fisiche su questi contratti; attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione abbiamo colto tutte le potenzialità in chiave di sviluppo del territorio, in particolare delle aree sottoutilizzate del sud Italia; grazie anche al prezioso ruolo di Invitalia, Agenzia per lo sviluppo del Governo, nonché soggetto attuatore di questi contratti di sviluppo, abbiamo avviato un metodo che sta dando i suoi frutti.
In particolare, stiamo riportando al centro della programmazione delle politiche di coesione le effettive istanze del territorio, attraverso un confronto istituzionale con le autorità locali, ispirato – lo devo dire e devo riconoscerlo – alla massima collaborazione e massima trasparenza.
Proprio in questi giorni sono in fase di avanzata definizione, pronti per la sottoscrizione, due contratti, per i quali abbiamo già stanziato complessivamente 500 milioni di euro, per 109 interventi immediatamente cantierabili.
Mi riferisco in particolare alla Capitanata, che interessa tutta l’area di Foggia: lo scorso 20 febbraio ho firmato il decreto che istituiva il tavolo e in soli quattro mesi, pensate, abbiamo stanziato 180 milioni di euro attraverso il Cipe e svolto quattro riunioni politiche a Roma, oltre a quelle tecniche sul territorio, e approvato un primo gruppo, una prima tranche di 43 progetti.
Poi abbiamo l’accordo per il Molise: in due mesi abbiamo firmato il decreto, stanziato 220 milioni, svolto quattro riunioni tecnico-politiche qui a Roma, oltre ad altre in loco. Abbiamo una prima graduatoria di 66 progetti approvati di concerto con le istituzioni e gli stakeholder locali. Stiamo parlando, nel complesso, di interventi che vanno dal rafforzamento della viabilità alla realizzazione di infrastrutture e dalla valorizzazione dei prodotti e dal potenziamento dei servizi turistici alla riqualificazione dei borghi e del patrimonio naturalistico-ambientale.
Rilevo inoltre che abbiamo due altri contratti di sviluppo pronti per essere avviati: regione Basilicata, provincia di Cagliari e lunedì 29 luglio abbiamo due contratti di sviluppo anche in Calabria.
Insomma, abbiamo un complesso poderoso di iniziative, anche che riguarderanno la valorizzazione dei beni culturali e dei centri storici di Napoli, Taranto, Cosenza e Palermo.
Riepilogo quindi: risorse certe, tempi record, investimenti effettivamente utili ai territori, trasparenza, concertazione, condivisione. Condivisione dal basso, semplificazione, strategicità dei progetti. Questi sono, diciamo, gli elementi che fino adesso ci consentono di dire che questa ricetta sarà vincente – ha concluso il premier – e lo è già per i contratti istituzionali di sviluppo».


























