La sorpresa di Natale, per il presidente Toma, potrebbe essere già arrivata. Consegnata dal premier Giuseppe Conte e dal ministro Roberto Speranza che ieri hanno tenuto una conferenza stampa speciale, dedicata ai primi 100 giorni di governo ma con l’attenzione puntata solo ed esclusivamente sulla sanità. Le parole di Speranza lasciano presagire la possibilità che le richieste avanzate dal governatore Toma e oggetto di una nuova proposta di Patto per la Salute (martedì ci sarà la Conferenza dei presidenti) siano al centro dell’attenzione del ministro.
Il capo del dicastero della Salute non si sbottona ma lancia segnali più che positivi e le parole spese in merito al prossimo Patto per la Salute, in via Genova, possono aprire spazi legittimi di cauto ottimismo. «C’è stata una riunione su una bozza sottoscritta dalle Regioni, dal Mef e dal Ministero della Salute in cui i nodi sono stati sciolti e quindi sono ottimista che si possa arrivare in tempi brevi anche all’approvazione in Conferenza Stato-Regioni» – ha spiegato ieri. Ergo, ci sono spiragli di manovra per trovare la quadra su quelle che sono le richieste avanzate con forza dal governatore del Molise che ha avuto anche il supporto del Consiglio regionale. Revisione del Dm 70, il decreto Balduzzi: primo e fondamentale tassello del puzzle. Al quale poi si aggiunge la presa d’atto della sentenza della Consulta e quindi della previsione che il presidente della Regione sia anche il commissario ad acta, facendo piazza pulita della struttura commissariale.
Questi i nodi sui quali Toma ha battuto i pugni sul tavolo, minacciando di non dare l’intesa.
Le parole spese dal ministro Speranza sembrerebbero far presagire spiragli positivi, quindi. Non c’è solo il Patto per la Salute, però. Conte e Speranza annunciano una sorta di piano Marshall per la Sanità: un progetto che, da qui fino al 2023, nelle intenzioni dichiarate sempre ieri dal premier e dal suo ministro, dovrebbe mettere in campo dieci miliardi di euro destinati a tutelare, migliorare, implementare e rilanciare la Sanità. Lo hanno chiamato «Patto sulla salute» sottolineando l’eccezionalità della misura e rivendicando una attenzione al comparto «senza precedenti, perché vogliamo fare meglio: nonostante gli stringenti vincoli al bilancio, non rinunciamo ad attuare il nostro progetto politico». Insomma, una cura ricostituente – per restare in tema – per far sì che «si abbassi la diga che frena l’accesso dei cittadini al servizio sanitario» le parole usate dal ministro Speranza.
La cura è già iniziata e la narrazione avviene attraverso 13 slide con i risultati di questi primi 100 giorni: aumentate le risorse del Ssn con due miliardi sul fondo sanitario per il 2020 (incremento questo raddoppiato rispetto allo scorso anno e passato dallo 0,9% all’1,8%), somme alle quali si aggiungono i 2 miliardi per l’edilizia sanitaria e i 235 milioni per nuovi strumenti diagnostici negli studi dei medici di famiglia. E poi la stabilizzazione di oltre 30mila precari tra medici, infermieri e ricercatori, l’innalzamento del tetto di spesa per le assunzioni. Altri provvedimenti messi in campo, e attesi da tempo, il rinnovo del contratto dei medici del Servizio sanitario nazionale e lo sblocco di quello della sanità privata. Senza dimenticare gli oltre 50 milioni di euro in due anni per ampliare la sperimentazione della farmacia dei servizi, il via libera al registro nazionale delle Dat, le disposizioni anticipate di trattamento, che consentirà di far funzionare la legge sul testamento biologico.
Ultima, ma non per ultima, l’abolizione del superticket da 10 euro che da settembre 2020 non si pagherà più.
La salute sarà quindi un nodo fondamentale dell’agenda politica del prossimo anno, la priorità delle priorità del Conte bis: l’obiettivo, come ha ricordato il premier ieri, è che la tutela della salute sia sempre più incisiva, adeguata ed efficace, con servizi sempre più efficienti, che abbattano le diseguaglianze sociali e territoriali. «L’attenzione che stiamo riservando al comparto sanità non ha precedenti: la sanità è una priorità del governo e vogliamo fare ancora meglio. Occorre guardare oltre i bilanci – hanno spiegato premier e ministro -, vogliamo che la qualità della vita sia migliore, guardiamo alla salute nella sua dimensione di vita integrale».
Un impegno storico, anche se non è dato ancora sapere i dettagli degli interventi futuri in ambito sanitario allo studio del governo.
Certo è che le richieste in tema di sanità che arrivano dal Molise sembrano essere perfettamente in linea con il piano di Conte e Speranza che hanno esplicitamente parlato di lotta alle diseguaglianze territoriali e sociali, di servizi sempre più efficienti, di tutela della salute incisiva ed efficace.
Il colmo è politico: con il governo amico (quello di Salvini, per intenderci) sono arrivati i commissari. Con il governo giallo-rosso, arriveranno (forse) fondi e risposte.
E da via Genova trapela ottimismo.


























