Partiamo dalla notizia: il 45enne colpito da ictus a Venafro e ricoverato per due giorni al Cardarelli prima di essere trasferito, domenica, al Neuromed è stato operato ieri dai neurochirurghi dell’Irccs di Pozzilli.
Ma la vicenda fa ancora discutere, dopo aver destato clamore nell’opinione pubblica. All’uomo è stato diagnosticato, sabato mattina al Veneziale di Isernia, un ictus ischemico trattabile quindi con trombolisi alla Stroke Unit dell’ospedale di Campobasso. Dopo la terapia venosa però si è presentata la necessità di una procedura di cui si occupa il radiologo interventista, che al Cardarelli non c’è. Pescara, San Giovanni Rotondo, Neuromed: queste le chiamate partite da Campobasso, secondo una ricostruzione che ieri abbiamo riportato su queste colonne e che l’Irccs di Pozzilli ha però smentito.
«In relazione alle notizie apparse oggi (ieri, ndr) sulla stampa locale circa la vicenda del 45enne originario di Isernia colto da ictus, l’Istituto tiene a precisare – si legge in una nota – quanto segue: sabato 15 marzo 2025 Neuromed non ha ricevuto nessuna richiesta di trasferimento. Le affermazioni riportate sulla mancata accoglienza del paziente in Istituto nel corso di questa giornata non risultano vere. L’Irccs è stato contattato solo nella mattinata di domenica, quando il paziente si è aggravato, e ha immediatamente attivato la procedura di ricovero e intervento chirurgico in emergenza come da prassi in questi casi».
Contattata da Primo Piano, la direzione strategica dell’Asrem ha autorizzato il direttore della Stroke Unit e del reparto di Neurologia, Nicola Iorio, a fornire la versione dei fatti per come si sono svolti da quando il 45enne è giunto a Campobasso a quando poi è stato trasferito al Neuromed.
«Tutti i passaggi sono stati eseguiti secondo tempi ottimali, rispettando le linee guida. La trombolisi sistemica – ha riferito Iorio – è stata effettuata entro due ore dall’evento acuto, le linee guida la raccomandano in una finestra che arriva fino a quattro ore e mezza. Si stava avviando il paziente all’angioTac, quindi alla seconda fase ma quando sono interessati i grandi vasi la trombolisi in vena non ha successo. Quindi c’è bisogno di un radiologo interventista che, per dirla in maniera non troppo tecnica, arriva con un dispositivo nell’arteria e aspira il trombo. Un intervento che quindi può essere effettuato da personale specializzato e in centri che hanno attivo il servizio h24», vale a dire che garantiscono le urgenze.
Quindi, è stato contattato l’ospedale di Pescara, ma l’elicottero non si poteva alzare in volo per le condizioni meteo. E la percorrenza in ambulanza non avrebbe garantito la finestra temporale entro cui l’intervento è efficace e non crea conseguenze emorragiche. Nulla da fare per lo stesso motivo a San Giovanni Rotondo. «Sulla cartella clinica è tutto tracciato. Intorno alle 14 di sabato – ancora le parole del primario della Stroke Unit di Campobasso – è stato contattato anche il Neuromed che ha risposto, come altre volte era già accaduto, che il servizio non è attivo h24». A Pozzilli, in base al percorso diagnostico terapeutico in vigore in Molise, aggiunge Iorio, vengono inviati pazienti che hanno bisogno di intervento neurochirurgico. Quando le condizioni del 45enne sono evolute in modo da far presagire la necessità di una operazione è stato quindi trasferito in Neuromed.
ppm



















