Dei due incontri previsti per la giornata di ieri a Palazzo Vitale sul caso Responsible, non se ne è tenuto neanche uno.
Rinviato a data da destinarsi il summit voluto dal presidente della Regione Francesco Roberti che avrebbe messo intorno al tavolo il capo dell’ospedale Stefano Petracca e il suo socio di minoranza (in video collegamento dagli Usa), la struttura commissariale guidata da Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo, la direzione Salute. Problemi di orario, era in calendario in mattinata, visto il fuso orario (con gli Stati Uniti). Comunque non c’è ancora, in base a quanto è filtrato, una nuova data.
È stata rinviata anche la riunione con i sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs sulla situazione dei dipendenti della ditta esterna, che si occupa di ristorazione, pulizie e sanificazione e che aveva disdetto l’appalto e annunciato licenziamenti (per i crediti vantati da Responsible).
I segretari delle tre sigle Cinzia Bonetto e Daniele Capuano, Stefano Murazzo e Giorgio De Felice, Pasquale Guarracino e Milena Colamaio hanno fatto sapere che è stata avviata un’interlocuzione fra la cooperativa Eraclya e il Responsible che ha portato a posticipare la data del contratto, o meglio per il momento la data della cessazione del contratto: non più il 15 agosto ma il 31.
Per questo, il confronto in Regione fra sindacati, azienda e Responsible, è stato posticipato. Le tre sigle, però, insistono nel sollecitare la ricerca urgente di una soluzione che garantisca «la continuità occupazionale di tutti i lavoratori impiegati sui servizi, che dal 1 settembre 2025 dovranno proseguire la loro attività alle stesse condizioni contrattuali oggi esistenti, o alle dipendenze dell’attuale datore di lavoro, o alle dipendenze di altra e diversa società che verrà individuata. L’importante – sottolineano i segretari – è garantire la continuità dei servizi con le persone che da anni li svolgono con dedizione e sacrificio e che null’altro chiedono se non il rispetto dei propri diritti: l’incertezza sul futuro è infatti lesiva non solo dell’esistenza di queste 40 e più famiglie, ma anche della tutela della salute e delle sicurezza dei pazienti della struttura e dei dipendenti del Responsible Research Hospital, che non possono essere privati dei servizi di pulizie e di ristorazione, essenziali per il funzionamento del presidio sanitario».

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