Una realtà che molti speravano di non dover mai affrontare: il virus West Nile ha ufficialmente fatto il suo ingresso in Molise. Dopo l’individuazione nei giorni scorsi di un pool di zanzare infette in provincia di Isernia, e più precisamente nel venafrano, ieri è arrivato il primo bollettino Asrem che conferma un timore che era nell’aria: sono due i casi di confermata positività al virus in provincia. Entrambe i pazienti sono stati ricoverati al presidio ospedaliero Veneziale della cittadina pentra, ma provengono dall’area in cui erano state individuate le zanzare infette, quindi al confine tra Molise e Campania (articolo a pagina 14, ndr).
Una condizione all’attenzione della Azienda sanitaria regionale che non aveva escluso la possibilità di infezione e che da giorni si è ormai attivata con la costituzione di un Comitato Arbovirosi, un board dedicato al controllo e al monitoraggio costante.
Le diverse strutture coinvolte nel Comitato aziendale stanno operando nell’ambito delle proprie competenze. In particolare, il Dipartimento unico regionale della Prevenzione dell’Asrem ha avviato le indagini epidemiologiche sul territorio attivando le profilassi previste.
L’Asrem intanto ribadisce che «è fondamentale evitare ogni tipo di allarmismo. Nell’80% dei casi l’infezione decorre senza sintomi; nel 20% può causare disturbi lievi, spesso simili ad altre malattie, mentre solo nell’1% si osserva un interessamento neurologico (meningite, encefalite, mielite), con una mortalità che in tali forme può arrivare al 10%».
Vanno poi considerati i dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità sul proprio sito ufficiale, a partire dal 2012: nonostante i casi stiano costantemente aumentando nelle ultime settimane, l’andamento generale è in linea con quello degli ultimi anni, visto che stando all’ultimo aggiornamento della scorsa settimana si è toccati quota 179 casi, a cui vanno però aggiunti i nuovi casi emersi in Molise e in altre regioni nelle ultime ore.
La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive finora segnalate, è del 15%, rileva l’Iss. Nel 2018, con 618 casi e 49 decessi, era stata del 20% e nel 2024, con 28 casi e due decessi segnalati al 31 luglio, era stata del 14%. A novembre 2024, però, il numero complessivo dei casi era salito a 484, con 36 decessi.
A novembre 2023 si sono registrati 332 casi e 27 decessi e nello stesso periodo dell’anno precedente i casi erano stati 588 e i decessi 37.

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