Se non suonasse inelegante, l’attacco di questo articolo dovrebbe essere: il professore Vanoli veramente fa. Senza punto interrogativo, ma con tutta la sagacia di una mirabile espressione partenopea, capace – come il resto del vocabolario utilizzato all’ombra del Vesuvio – di leggere, dissacrare quando serve, e rendere immediatamente comprensibile al mondo la realtà.
Il professore Giuseppe Peter Vanoli veramente fa perché nelle scorse ore ha protocollato la candidatura a rettore dell’Università degli studi del Molise. E perché questo è un momento complicato, sfidante a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, per puntare a guidare un ateneo pubblico in Italia (già da solo, il taglio al fondo di finanziamento statale spiega il “veramente fa”). In Molise, per le condizioni di contesto, ancora di più.
«È un grande onore innanzitutto e una grande responsabilità. Mi candido perché credo che si possano fare tante cose per l’Università ma soprattutto per il territorio. Con questa università e con i colleghi che parteciperanno a questa iniziativa». Breve e conciso, oltre che deciso, il suo primo commento.
Professore ordinario nei corsi di Ingegneria per la sostenibilità e la sicurezza delle costruzioni e Ingegneria medica, prorettore delegato alle iniziative strategiche, 51 anni, Vanoli è un ingegnere specializzato in energetica. Ha iniziato con un dottorato al Politecnico delle Marche, poi è stato associato di UniSannio e ha consolidato il suo percorso all’Unimol. A fine novembre ha anticipato ai colleghi, al personale tecnico amministrativo e agli studenti l’intenzione di candidarsi con una lettera in cui ha reso chiaro il percorso che attende l’Università del Molise (e non solo). Dopo la vacanza accademica per le festività natalizie, ha incontrato coloro che sono chiamati a scegliere. Poco spazio alla ritualità, approccio manageriale, a dar retta e fiducia (perché poi non farvi affidamento?) alle narrazioni che in queste settimane dal campus sono filtrate ai giornalisti più attenti si fa quasi fatica a immaginare il prof di Fisica tecnica con indosso la cappa di ermellino (tanto solenne quanto antica e ingombrante).
Non è forse un caso che nella sua prima uscita da “ufficialmente candidato” – ieri alla presentazione del progetto “Molise a 10 Giga” dell’azienda Dimensione – abbia messo al bando nel suo intervento «una liturgia», una di quelle più osservate in questa regione: la sindrome di Calimero, siamo piccoli e neri e quindi qualsiasi cosa buona nasca e cresca in Molise è quasi un miracolo. «Dobbiamo cominciare a “raccontarci” meglio».
Ruoli chiari e definiti nelle relazioni con le istituzioni territoriali (Regione, Comuni), in modo che sconfinamenti non ce ne siano ma che invece possa espandersi al massimo il potere delle sinergie, anche nella spesa dei fondi a disposizione. Un nuovo rapporto con il tessuto produttivo, strutturato in un tavolo permanente con le aziende. Due delle idee programmatiche che ieri mattina Vanoli ha offerto a un dibattito più ampio di quello che lo vedrà impegnato nel prossimo mese in ateneo.
Si vota il 9 aprile per la successione al rettore Luca Brunese (eletto a maggio del 2019), il termine per le candidature scade il 10 marzo.
rita iacobucci

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