Una “carota” che non vale il “bastone”, è evidente. In ritardo sui tempi che a febbraio erano stati annunciati in Consiglio dall’assessore Marone – che riferì dati comunicati da Rfi – l’hub ferroviario del Molise per Napoli e Roma si sposterà a Bojano (da Isernia) non a settembre prossimo ma a metà gennaio 2026. E, in aggiunta, fino ad allora nessun treno partirà nemmeno da Isernia perché il servizio sulla Isernia-Venafro sarà sospeso per lavori di upgrade sulla linea elettrica fra Roccaravindola e Venafro.
Un’odissea senza fine, denunciata dai sindacati del comparto ferroviario con una nota domenica. Fino al 12 settembre per Roma si va solo con autobus sostitutivo per lavori da Cassino alla Capitale. Dal 22 settembre, secondo quanto riferito ieri dal sottosegretario Vincenzo Niro (a cui il governatore Roberti ha affidato la delega ai Trasporti) durante la seduta dell’Assemblea legislativa, che ha immediatamente affrontato il tema, da Campobasso a Roma si proseguirà completamente in pullman. Per Napoli, invece, in bus fino a Vairano e da lì in treno verso Caserta e il capoluogo della Campania.
Perché queste informazioni rappresentano una “carota”? Perché quando a metà luglio Rete ferroviaria italiana ha comunicato le future interruzioni alla Regione ha messo nero su bianco un periodo molto più lungo. L’upgrade era programmato da gennaio a maggio 2026. Nel frattempo, però, la linea elettrificata e collaudata da Bojano a Isernia sarebbero rimasta così, bella, nuova ma inutilizzata perché fra Roccaravindola e Venafro sarebbe stato in corso un aggiornamento. «Sia io sia il sottosegretario Niro siamo insorti – ha spiegato in Aula l’assessore alle Infrastrutture Michele Marone – e abbiamo convocato subito Rfi e Trenitalia chiedendo, e poi ottenendo, che il collaudo da parte di Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza dei trasporti ferroviari) e upgrade si svolgessero nello stesso lasso di tempo, in modo da riattivare la linea con treni in partenza da Bojano a metà gennaio». La linea sarà riattivata, ha dichiarato Niro, con i dieci nuovi convogli elettrici, alcuni già consegnati, acquistati.
Alla fine della giostra, elettrificare la linea ferroviaria molisana (da Campobasso) costerà 290 milioni e la conclusione lavori, sempre stando al cronoprogramma fornito a febbraio, è prevista nel 2028. Tempi e costi triplicati, se non di più, rispetto a quelli dichiarati quando l’opera è stata avviata.
Completamente insoddisfatta delle risposte ricevute si è detta a fine seduta la consigliera dem Alessandra Salvatore, che ha proposto l’interrogazione urgente insieme ai colleghi dem Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla. «Non si sta facendo abbastanza per tutelare gli interessi dei pendolari molisani. Lo affermo senza timore di smentita perché anche oggi, ascoltando le parole dell’assessore regionale ai Trasporti, abbiamo avuto la conferma che tutti i disservizi legati ai cantieri di Rfi permangono e non si è dato conto di azioni della Regione a garanzia di chi viaggia, o sarebbe meglio dire, viaggiava, utilizzando la rete ferroviaria molisana», ha commentato. Il servizio sostitutivo, ha aggiunto, non consente peraltro di portare con sé animali o bici, oltre a offrire posti più limitati, con conseguente grave compromissione delle normali regole di trasporto e relativa penalizzazione dei cittadini-utenti. «Il contratto di servizio parla chiaro – ha concluso – e se gli standard non vengono garantiti non è giusto che a farne le spese siano gli utenti e i lavoratori di Trenitalia. Ad oggi non abbiamo notizie di azioni giuridiche intraprese in tal senso. Terremo alta l’attenzione su un tema che riguarda tantissime persone e che dovrebbe essere oggetto di sforzi ed iniziative straordinarie da parte della Giunta Roberti».
Anche il consigliere 5s Roberto Gravina ha depositato un’interpellanza sul tema. «Siamo di fronte a un danno sistemico per la mobilità regionale – ha sottolineato – senza precedenti per durata e impatto. I servizi sostitutivi si sono rivelati del tutto inadeguati: mancano fermate intermedie essenziali come Cassino, gli orari sono incompatibili con le esigenze reali degli utenti, e i mezzi utilizzati non rispondono agli standard minimi, nemmeno per l’utenza più fragile».
Il governatore Francesco Roberti ha ammesso: «Sicuramente Rfi e Trenitalia, che in questo caso è esente da responsabilità perché non è Trenitalia a decidere su lavori ed esercizio della linea, devono garantirci un servizio migliore. Stanno lavorando in tal senso sia l’assessore Marone sia il sottosegretario Niro e io non ho molto altro da aggiungere rispetto a quanto hanno dichiarato. C’è sicuramente bisogno di aprire un tavolo a Roma, con tutti i protagonisti, e affrontare la questione».
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