Riunione con il senatore Roberto Ruta, che sta seguendo da vicino la trattativa con la Granarolo, stamani a Termoli in Municipio.
Il progetto “Gran Manze” della Granarolo, che prevede l’allevamento di 12mila capi su un terreno di 100 ettari, sta suscitando in Molise non poche perplessità. L’incontro odierno è stato sollecitato da esponenti della minoranza in Consiglio comunale, in particolare dall’ex sindaco della città, Remo Di Giandomenico, e da forze di centrosinistra.
A Termoli, all’indomani della dura presa di posizione del sindaco, Antonio Di Brino, contrario alla “nursery” in città o zone limitrofe alle spiagge, si sono detti perplessi, in relazione all’impatto ambientale, anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle. In una nota sottolineano che “tali sistemi di allevamento intensivo sono fonte di preoccupazione per la comunità sia per il loro impatto ambientale, come il potenziale inquinamento delle falde acquifere e l’emissione di metano biologico che ha un effetto climalterante pari a circa 25 volte quello della CO2, sia in quanto potenziali incubatori di malattie. Inoltre sono causa di degrado del suolo e delle risorse idriche; infatti, visto che una manza necessita mediamente di oltre 100 litri d’acqua al giorno, un allevamento di questa portata richiede fino a 1.500.000 litri al giorno in estate, quando il basso Molise è in deficit idrico e moltissime abitazioni restano senza acqua. Trenta dipendenti molisani sono un beneficio occupazionale eccezionale da sbandierare in pubblico?” si chiede il M5S. Qual è il reale impatto ambientale di un impianto del genere? A queste e ad altre domande è necessario dare risposte”.

 

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