Non una parola fuori posto, nemmeno sui social che troppo spesso sono sfogatoio senza senso e senza ritegno. Davide Macciocco ha mobilitato le coscienze e illuminato a giorno con la sua scelta il Molise migliore. La comunità si è dimostrata più matura della politica che sconta speculazioni ideologiche di parte, speculazioni che su temi delicati come il fine vita non dovrebbero trovare cittadinanza. Per Davide solo commenti e pensieri commossi e rispettosi: tantissime prese di posizione sotto il suo post, tantissime riflessioni di decine di utenti di Fb.
Venerdì alle 10.48 Davide ha pubblicato sul profilo Facebook una lunga lettera per descrivere il suo ultimo viaggio: da Termoli a Zurigo per accedere alla possibilità di far ricorso al suicidio assistito. Quarant’anni, da 20 tetraplegico dopo un tuffo dal trabucco. Il sorriso e l’entusiasmo della gioventù che si spengono di colpo. Eppure lui ha saputo riaccenderli, accettando la sua nuova condizione e vivendo al massimo – per esempio ottenendo grandi soddisfazioni professionali – grazie all’amore e alla dedizione assoluta della sua famiglia.
È a loro, i suoi cari, che ha pensato fino alla fine, quando ha deciso la data dell’addio. A settembre e non in piena estate. «Termoli comunque è una cittadina di 35.000 abitanti e d’estate se ne sarebbe parlato. Quindi per non turbare nessuno, ho cercato di resistere quanto più potevo».
A maggio del 2022 aveva deciso di rivolgersi all’associazione elvetica Dignitas. Perché con il passare degli anni «la vita è andata sempre peggiorando moralmente e fisicamente senza cercare mai di far pesare questo ad altri». Ha deciso da solo e lucidamente. «Penso che la vita sia vita quando si può vivere liberamente sia fisicamente che mentalmente. Dipendere totalmente dagli altri anche per un semplice gesto come fumarsi una sigaretta è difficile, non c’è libertà, nessuna autonomia nonostante la mia famiglia abbia sempre assecondato ogni mio desiderio e capriccio. Stare giorni interi con continui dolori e continuare a dire “sì va tutto bene” è una maschera che non riesco più ad indossare. Il dolore non è quello che dici, è quello che taci purtroppo».
Del suo testamento morale, affidato ai social e che i social non hanno scalfito (anzi ne sono usciti valorizzati), restano frasi impossibili da dimenticare: «La vita è un diritto non un obbligo. Ciò che conta è vivere con dignità, con decoro e senza paura. Il mio futuro so per certo che non sarebbe vita ma sopravvivenza fatta anche di solitudine e di dolori fisicamente intollerabili. I farmaci ovviamente ti aiutano ma con il passare degli anni i dolori comunque sono sempre più resistenti alla terapia». E anche: «Amo la vita ed ecco perché oggi la voglio abbandonare. Quella che attualmente ho vissuto poteva andare anche bene, ma in un futuro prossimo so che sarà intollerabile per me». Non giudicatemi, ha chiesto, «mi sento irreprensibile». Non dimenticando il motivo per cui è dovuto andare (tornare perché era nato proprio lì 40 anni fa) in Sivzzera: «Questa lettera è rivolta anche alle istituzioni italiane affinché non venga preso nessun provvedimento giudiziario nei confronti di chi mi ha semplicemente accompagnato, o meglio… dato un passaggio. Se c’è qualcuno da giudicare quelli sono i politici e il fatto che trovino difficile legiferare sulla morte volontaria assistita».
Vincenzo Boncristiano, avvocato e protagonista di numerose altre battaglie per i diritti civili in Molise, è il referente regionale dell’associazione Luca Coscioni. Il lascito di Davide Macciocco, sottolinea a Primo Piano, è di immenso valore. «E va onorato, non dobbiamo sprecarlo». Vietato archiviare questa sconvolgente vicenda, profondamente umana, dopo qualche giorno di turbamento e risalto mediatico.
La sentenza della Consulta sul caso dj Fabo ha stabilito che non è punibile la condotta di chi aiuta il suicidio assistito di persone che soffrono di malattie irreversibili, dolori intollerabili e sono tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale. La stessa Corte costituzionale, nel verdetto che ha scagionato Marco Cappato (tesoriere dell’associazione Coscioni che aveva accompagnato in Svizzera dj Fabo), ha però sollecitato l’intervento regolatore del legislatore nazionale.
«Con il referendum che abbiamo promosso l’anno scorso miravamo ad accelerare l’intervento del Parlamento chiedendo la non punibilità anche nei casi in cui il malato non fosse tenuto in vita da sostegni vitali», ricorda Boncristiano. In Molise, evidenzia, l’adesione alla raccolta firme fu numericamente molto importante, spontanea. Sintomo di una comunità matura su questo argomento. Ma il quesito non è stato ammesso. L’associazione però non molla e procede ora con la strada delle proposte di legge regionali. In Abruzzo proprio giovedì il testo di iniziativa popolare è stato dichiarato ammissibile e sarà discusso nell’Assise dell’Aquila.
Un ddl è in arrivo anche in Molise. Lo anticipa la consigliera del Pd Alessandra Salvatore, che collaborò con l’associazione Coscioni nell’autenticazione delle firme raccolte per promuovere il referendum.
«In queste settimane mi ero concentrata su altre iniziative normative che avevo anticipato e riguardano anche la sanità. Ma quello del fine vita è uno dei temi che mi sta particolarmente a cuore. Lavorerò a una iniziativa di legge, non da sola ma insieme ai colleghi della minoranza e, credo, anche della maggioranza. Sono convinta – conclude – che ci sia una profonda sensibilità sull’argomento. Ricordo anch’io l’adesione spontanea al referendum. Anche in questo caso la coscienza collettiva è più avanti della politica».
Come per il divorzio e l’aborto, è la postilla dell’esponente dem di Palazzo D’Aimmo, le convinzioni religiose non incidono sulla possibilità che uno Stato laico deve garantire ai suoi cittadini. Per evitare, è invece il monito di Boncristiano, che in un tema così cruciale per le persone possa ancora essere causa di rischi legali o, peggio, terreno di interessi poco morali e molto materiali.

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