Poco più di 80mila le pensioni che l’Inps ha liquidato in Molise nel 2022 e l’importo degli assegni è sotto la media nazionale. Prendendo a riferimento il fondo lavoratori dipendenti: 519,92 euro per le donne (contro 990,51) e 1.166,23 per gli uomini (contro 1.554,89).
Condisiderando anche gli altri fondi, in totale la distanza rimane: 1.118 contro 1.362 euro (donne), 1.624 contro 2.053 (uomini).
È il dato di maggiore impatto mediatico del rendiconto sociale 2022 dell’Inps presentato a Campobasso.
Sala piena all’Auditorium della Fondazione Molise Cultura. Dai vertici della Regione e delle Prefetture di Campobasso e Isernia ai rappresentanti dei sindacati e del mondo datoriale, della scuola, delle forze dell’ordine: i contenuti del documento hanno calamitato ieri mattina l’attenzione dell’opinione pubblica molisana.
L’apertura dei lavori, con il contributo di Andrea Cutillo, già presidente del Comitato regionale Inps del Molise. Una regione, ha sottolineato Cutillo, che «conferma la precarietà del tessuto socio economico alla luce, soprattutto, del decremento della popolazione residente che appare inarrestabile, e del numero degli occupati in sensibile diminuzione nel corso degli anni: infatti, secondo i dati dell’Istat, al 31 dicembre del 2021 la popolazione ammonta a 292.150 residenti, in calo dello 0,7% rispetto al 2020 (-2.144 individui)e del 6,9% rispetto al 2011». Sul fronte occupazionale, ha proseguito, le cose non vanno meglio: «Sensibile la diminuzione degli occupati rispetto al 2011 (3mila persone in meno, -2,9%), soprattutto fra gli uomini (+4%). Diminuiscono anche le persone in cerca di occupazione (-27,4%) in particolare per la componente femminile (circa 2mila e 500 unità in meno, pari al -28,0%).
I dati di dettaglio del rendiconto, dopo gli interventi di Stefano Murazzo (presidente del comitato provinciale di Campobasso) e Ferdinando Mancini (presidente del comitato provinciale di Isernia), sono stati illustrati e commentati dal direttore regionale dell’Inps Francesco Ricci. «Il rendiconto – ha detto – è trasparenza, un momento in cui l’istituto vuole rendere noti agli interlocutori con cui collabora e a tutti gli utenti su cui i nostri servizi impattano la propria attività e il modo in cui ha cercato di mettersi al servizio del Paese, in questo caso nel 2022».
I pensionati, ha poi centrato il focus, sono circa 80mila, nelle varie gestioni: dipendenti privati, pubblici e lavoratori autonomi. Rispetto alla differenza fra gli assegni liquidati in Molise e la media nazionale ha spiegato: «A volte si parla di discriminazione nel sistema pensionistico ed è qualcosa di impreciso. Ovviamente, il sistema di calcolo è uniforme ed è valido per tutti i territori e per tutti i nostri iscritti. La pensione è lo specchio del percorso di carriera, lavorativo e quindi eventuali percorsi di carriera discontinui o eventuali situazioni retributive non adeguate comportano inevitabilmente importi diversi a livello pensionistico. La pensione riflette anche i contesti socioeconomici dei diversi territori».
La pensione delle donne, seguendo in questo caso il trend nazionale, è più bassa di quella degli uomini. «Spesso le donne hanno oneri di cura, che limitano l’accesso al mondo del lavoro, il tasso di occupazione femminile è inferiore a quello maschile, hanno carriere meno continue e questo incide sul calcolo», ancora Ricci.
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, solo uno degli altri settori di competenza dell’Inps, si è riscontrato un aumento di coloro che ne beneficiano per cessazione del rapporto di lavoro, dovuto in massima parte all’incremento delle domande di Naspi presentate e accolte (8.742 nel 2021, 10.544 l’anno successivo).
All’evento moderato dal direttore regionale vicario Fabrizio Giorgilli, hanno dato il proprio contributo il prefetto di Campobasso Michela Lattarulo, l’assessore regionale al Bilancio e alle Politiche sociali Gianluca Cefaratti, la prof Unimol di demografia Cecilia Tomassini, i docenti e gli studenti del liceo scientifico Romita.
Cefaratti, in particolare, ha evidenziato l’importanza del documento – che restituisce una fotografia esatta della situazione socio economica della regione – anche alla luce del fatto che in Molise mancano da anni un osservatorio sulle politiche sociali e un osservatorio sul lavoro. Il rendiconto, dunque, è «uno strumento a cui guardare per programmare, meglio di quanto fatto finora, tutte le politiche regionali».
Le conclusioni sono state affidate a Roberto Ghiselli, presidente del Consiglio nazionale di indirizzo e vigilanza, l’organo (espressione delle parti sociali) che si occupa della programmazione strategica, approva i bilanci e vigila, appunto, sull’attività che l’Istituto svolge. «I dati dimostrano – così Ghiselli – che l’Inps in Molise ha dei buoni risultati, che sta anche migliorando come performance in un momento difficile. In questa regione, come dappertutto, le difficoltà le abbiamo passate. Sembrava, l’anno scorso e nei primi mesi di quest’anno, che le avessimo in gran parte superate. Purtroppo le vicende di questi mesi qualche preoccupazione in più la pongono, dal punto di vista dell’andamento economico, dell’occupazione e quindi delle ricadute sulla nostra attività: noi siamo in frontiera per garantire i servizi alle persone che hanno bisogno».
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