Trenitalia ha chiesto, tra gli altri, al Comune di Isernia la proroga ad accedere con gli autobus sostitutivi nel piazzale davanti alla stazione per tutto l’anno 2024. Non si capisce perché, visto che da Rfi – ancora nelle ultime ore pur se in via informale – il sindaco della città pentra ha ricevuto conferma che la linea elettrificata fino a Roccaravindola sarà collaudata a partire dal 10 dicembre. Perché non far partire tutte le corse per la Capitale da Isernia, si chiede allora Piero Castrataro, dimezzando la percorrenza dei pendolari sui pullman?
Mancano i treni elettrici? Vero. Ma anche quelli che partono già da Isernia non lo sono. In attesa che sia completata l’opera e implementato il parco mezzi, ragiona il sindaco, si potrebbero diminuire i disagi per i viaggiatori. E, ancora, qual è l’esatto cronoprogramma di un intervento che si sta rivelando oltre modo lungo e maledettamente costoso, considerando che la stima dell’investimento complessivo è passata dagli originari 80 milioni a 290 milioni di euro, come dichiarato a Primo Piano dai vertici di Rfi.
Per venire a capo dell’intricata vicenda Castrataro ha scritto a Trenitalia. La sua nota è stata indirizzata per conoscenza anche a Rfi, al presidente della Regione Francesco Roberti (che ha la delega ai Trasporti), all’assessorato alle Infrastrutture retto da Michele Marone, alle prefetture di Isernia e Campobasso e al ministero dei Trasporti guidato dal vicepremier Matteo Salvini.
Trenitalia ha chiesto la proroga dell’accesso al piazzale della stazione di Isernia per via del «dilazionarsi dei tempi per il completamento dei lavori di elettrificazione del percorso ferroviario Campobasso – Roccaravindola, sulla tratta Campobasso – Roma».
Ma Castrataro ha tenuto con Rfi un contatto costante e collaborativo, interessandosi direttamente anche dei procedimenti per le autorizzazioni necessarie per la realizzazione delle opere, in modo – spiega a Primo Piano – che questo «avvenisse nel minor tempo possibile». Quindi, è al corrente dello stato dell’arte.
I problemi legati alle interferenze sulle linee elettriche tra le stazioni di Isernia e Roccaravindola sembrano risolti, ha argomentato nella nota a Trenitalia. Nelle ultime ore ha avuto conferma che il collaudo della galleria Campacchione, nella tratta Sant’Agapito e Isernia, è stato effettuato. A questo adempimento aveva dato cenno Rfi nelle risposte alla domande di questa testata sul collaudo della tratta, sui tempi per la messa in esercizio e sui costi dell’opera (pubblicate il 30 novembre scorso).
Tenuto conto, allora, dei disagi per i passeggeri, anche in termini di allungamento dei tempi di percorrenza per Roma, e delle ricadute negative dal punto di vista economico e ambientale, il sindaco di Isernia ha chiesto «chiarimenti circa le motivazioni tecniche e/o amministrative che attualmente impongono il ricorso al servizio sostitutivo su gomma, almeno sulla tratta Isernia-Venafro, percorso che potrebbe effettuarsi su rotaia considerata la fruibilità della tratta stessa». Fondamentalmente, Castrataro ha sollecitato «il ripristino di Isernia quale stazione capolinea di arrivo e partenza dei treni in esercizio sulla tratta Roma-Campobasso».
Una scelta che, da quanto in qualche modo gli è stato fatto capire, ora appartiene al gruppo Ferrovie dello Stato e alla Regione Molise. Ma Trenitalia non è estranea, visto che è con questa società che Palazzo Vitale ha firmato il contratto di servizio.
E, non ultimo per importanza, il sindaco chiede un cronoprogramma preciso della messa in funzione definitiva della tratta elettrificata Campobasso-Roccaravindola per poterne informare in maniera «puntuale, corretta e doverosa» la cittadinanza.
Quanto all’incremento monstre della spesa per elettrificare una settantina di chilometri di ferrovia, a Castrataro «sembra spropositato, anche considerando l’aumento dei materiali e l’inflazione, comunque molto superiore alla media degli aumenti di altri appalti. A fronte di un’opera, poi, che non è ancora terminata. Quattro milioni a chilometro per cosa?».
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