La nomina del governo di tre sub-commissari, con deleghe specifiche, per fronteggiare la Psa (peste suina africana) evidenzia come le preoccupazioni manifestate già lo scorso anno da Coldiretti Molise erano più che fondate. Ma mentre a livello di Regioni in cui la Psa è presente assistiamo alla messa in campo di tutti gli strumenti utili a contenere la presenza dei cinghiali, che rappresentano il principale veicolo di trasmissione del contagio, in Molise nulla ancora è stato fatto, nonostante lo scorso novembre si sia tenuto, presso la Prefettura di Campobasso, un incontro sulle problematiche che scaturiscono dall’aumento esponenziale di cinghiali sul territorio regionale, cui prese parte anche il commissario straordinario per la peste suina africana, Vincenzo Caputo.
In quell’occasione il commissario Caputo invitò la Regione Molise, rappresentata dall’assessore all’Agricoltura, Salvatore Micone, a redigere, in tempi brevi, un Piano di controllo della specie; un documento che, a distanza di oltre tre mesi, sarebbe in via di ultimazione ma del quale, ad oggi, nonostante la disponibilità mostrata in quella sede dall’assessore, non vi è traccia, con il rischio sempre più alto che la Psa giunga anche nei nostri territori causando danni enormi alla zootecnia, oltre a creare pesanti restrizioni alla libera circolazione delle persone.
«Ora – afferma il presidente di Coldiretti Molise, Claudio Papa – occorre agire rapidamente contro l’invasione di questi animali valutando anche l’eventuale istituzione di barriere di contenimento. Non c’è più tempo da perdere. Se non si agisce subito rischiamo di condannare alla chiusura centinaia di aziende agricole e zootecniche già messe a durissima prova dalla grave crisi economica generata dalla pandemia prima e dai conflitti Russo-Ucraino e Mediorientale poi».
«Il problema dei danni causati dalla fauna selvatica – aggiunge il direttore regionale, Aniello Ascolese – costituisce una delle maggiori criticità che l’agricoltura e la zootecnia regionale stanno soffrendo e che rischia di causare il tracollo dell’intero settore agricolo che in Molise rappresenta uno dei principali volani dell’economia regionale».
Purtroppo però – spiegano da Coldiretti – i danni provocati dai cinghiali non si fermano solo a quelli di natura economica. Infatti, sempre più spesso, questi animali provocano incidenti stradali, anche mortali, aggrediscono gli agricoltori nel quotidiano lavoro dei campi ed entrano indisturbati nei centri abitati senza più temere la presenza dell’uomo.
Secondo una stima approssimativa in Molise vi sono oltre 40mila cinghiali, numero ben lontano dai due capi per chilometro quadrato indicati per il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema. Una reale e gravissima emergenza verso la quale Coldiretti sta lottando da anni con tutti i mezzi possibili.
In mancanza di atti concreti indispensabili al contenimento della specie – concludono dalla Confederazione –, Coldiretti Molise valuterà ulteriori azioni di carattere sindacale da porre in campo per tutelare gli imprenditori agricoli e zootecnici, al fine di consentire loro di poter svolgere normalmente il proprio lavoro a salvaguardia del reddito aziendale e nell’interesse dell’intera collettività.

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