Di microzonazione sismica il Molise sente parlare, purtroppo ma anche per fortuna, da anni. Il tragico terremoto di San Giuliano portò alla riclassificazione del territorio (l’epicentro oggi è al livello 2, quello più pericoloso è l’1) e oltre al lutto e alla distruzione portò con sé una nuova consapevolezza della necessità di conoscere meglio il terreno su cui si lavora, si vive, si va a scuola. Si vive.
Anni dopo i primi studi di microzonazione, la Regione ha dato finalmente via libera al piano di maggiore approfondimento, quello di livello 3, impegnando i circa 7,5 milioni necessari ed evitando così la perdita dei fondi stanziati.
La delibera dell’esecutivo Roberti numero 23 del 30 gennaio scorso prende atto «della stringente necessità da parte della Regione Molise di dover avviare con immediatezza la realizzazione degli studi di microzonazione MS livello 3 (…) per consentire l’utilizzo delle risorse stanziate dalle varie Ordinanze di Protezione civile, ancora in essere sulla linea di azione Lett.a) – Studi di microzonazione sismica, entro i termini previsti dalle stesse».
Fondamentalmente, attraverso queste indagini si conosce meglio come si comporta il terreno in caso di terremoto.
Gli studi – si legge nel progetto allegato alla delibera – sono finalizzati a quantificare la pericolosità sismica locale delle microzone già individuate nella “Carta delle Mops (Microzone omogenee in prospettiva sismica, ndr), con particolare riferimento alle “aree stabili”, alle “aree stabili suscettibili di amplificazione” e alle “aree suscettibili di instabilità” nonché alla redazione della carta di nicrozonazione sismica di livello 3.
Il progetto “MoliSe3” prevede «la realizzazione di studi in 134 dei 136 comuni della Regione Molise: 82 per la provincia di Campobasso: (dagli 84 comuni sono esclusi Montenero di Bisaccia e Petacciato con accelerazione massima al suolo inferiore a 0,125 g in quanto non rientranti nell’Allegato 7 della OPCM 3907/2010, mentre vengono inclusi i quattro destinatari di finanziamento specifico per effetto della legge 55/2019 – Allegato II – e), ossia Acquaviva Collecroce, Castelmauro, Guardialfiera e Montecilfone (i centri interessati dal terremoto del Ferragosto 2018, ndr); 52 per la provincia di Isernia».
Identificare le microzone omogenne, aree del territorio caratterizzate da peculiarità che le rendono più o meno “resilienti” in prospettiva sismica, permette di ipotizzare e identificare differenti scenari di pericolosità, garantendo, tra le altre cose, una più oculata distribuzione delle risorse per la mitigazione del rischio sismico. Gli studi di microzonazione rappresentano, quindi, oltre che uno strumento di conoscenza fondamentale per la pianificazione territoriale e urbanistica, un livello informativo di imprescindibile importanza a supporto delle politiche territoriali, in particolare in termini di sviluppo, mitigazione del rischio e gestione delle emergenze.
La governance per la realizzazione del progetto “MoliSe3–Microzonazione sismica di livello3 per i centri abitati della Regione Molise”, è costituita – lo stabilisce sempre la delibera 23 del 30 gennaio 2025 – da una cabina di regia composta dal direttore dell’Agenzia regionale post sisma Antonio Lastoria, che la presiede, e dai direttori pro tempore del Servizio regionale di Protezione Civile (Gaspare Tocci) e del Servizio Geologico, da un esperto in microzonazione sismica, nominato dall’Università degli Studi del Molise, e da un project manager.
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