Ci sono gesti che, sebbene piccoli, diventano straordinari per la loro capacità di parlare al cuore in momenti di silenzio e dolore collettivo. È il caso di Mario Di Laudo, un giovane di 22 anni originario di Trivento, che ha ricevuto ieri l’altro, 22 aprile, un messaggio dalla Segreteria di Stato del Vaticano. La lettera, con l’intestazione ufficiale della Prima Sezione degli Affari Generali, porta con sé la firma di Monsignor Roberto Campisi, ed è la risposta a una missiva che il giovane molisano aveva inviato a Papa Francesco il 24 marzo scorso, dopo il suo ricovero al Policlinico Gemelli.
Quel messaggio, scritto con profonda fede e ammirazione, esprimeva parole di affetto e vicinanza al Pontefice, ricordando la sua forza interiore e il suo instancabile servizio alla Chiesa anche nei momenti più difficili. Mario, nella sua lettera, rievocava con emozione l’immagine del Papa solo in Piazza San Pietro durante la pandemia, «voce di un’umanità smarrita», come l’ha definita, e sottolineava come la sua dedizione fosse da sempre per lui fonte di ispirazione.
Il momento in cui è arrivata la risposta ha reso il tutto ancora più significativo. «Ricevere quella lettera proprio il giorno dopo la morte di Papa Francesco – scrive Mario in una nota inviata alla redazione di Primo Piano Molise – è stato per me un segno dal cielo, un dono inatteso che sento di dover condividere come piccolo frammento di luce e speranza».
Nella missiva ufficiale della Santa Sede si legge che «Il Santo Padre Francesco ha gradito le cordiali espressioni di vicinanza e di augurio», e che, nel ringraziare per il gesto di affetto e per i sentimenti espressi, «volentieri invia la Benedizione Apostolica, pegno di pace e di ogni desiderato bene nel Signore».
Parole semplici ma cariche di significato, che oggi assumono il valore di un testamento spirituale. Per Mario, quella benedizione ricevuta quando il Santo Padre era ancora in vita, ma letta dopo la sua scomparsa, diventa un sigillo intimo di fede e riconoscenza.
«Papa Francesco – racconta Mario – è stato una guida luminosa nel mio percorso di fede. Le sue parole, i suoi gesti di umiltà e la sua capacità di parlare con il cuore hanno segnato profondamente la mia generazione. La sua benedizione è per me oggi un’eredità spirituale che custodirò per tutta la vita».
La lettera che Mario aveva inviato a Francesco è carica di gratitudine e ammirazione. Il giovane triventino, che nella vita quotidiana affronta le sfide della sua età con spirito cristiano, scriveva: JSantità, ho 22 anni e trovo nella Sua vita e nelle Sue parole una guida preziosa per affrontare le sfide quotidiane, un faro che illumina il mio cammino».
Un passaggio toccante della sua lettera fa riferimento alla nomina del nuovo vescovo di Trivento, avvenuta proprio mentre il Papa era ricoverato. Per Mario, quello fu il segno evidente della dedizione assoluta di Francesco alla missione, al di là delle difficoltà personali.
Oggi, Mario si prepara a recarsi a Roma per un’ultima visita al Santo Padre, portando nel cuore quella benedizione ricevuta e custodita come una carezza spirituale. Un gesto silenzioso, che si aggiunge alle migliaia di storie che in questi giorni compongono il grande mosaico dell’affetto del popolo di Dio per il suo pastore.
In un tempo in cui la fede cerca di farsi spazio tra le paure e le incertezze del mondo, la storia di Mario Di Laudo diventa testimonianza autentica della bellezza di un dialogo possibile, anche nei silenzi. Un dialogo tra un giovane molisano e un Papa che ha saputo farsi prossimo, fino alla fine.
ppm