A pochi giorni dalla pubblicazione della sua lettera aperta, Stefano Petracca, presidente del Responsible Research Hospital, approfondisce i contenuti di un documento che ha avuto ampia risonanza non solo in Molise, ma in tutto il panorama sanitario nazionale. Una lettera lucida, forte, umana.
Presidente Petracca, nella sua lettera aperta ha scelto di parlare «a testa alta, con cuore aperto». Perché proprio adesso?
«Dopo mesi di silenzi operosi, abbiamo ritenuto fosse giusto, doveroso, prendere la parola. Abbiamo vissuto settimane molto complesse, durante le quali non ci siamo sottratti al lavoro quotidiano, al presidio clinico, al confronto istituzionale. Ma sono circolate troppe narrazioni distorte. Non per difendere un’immagine, ma per rispetto delle persone – pazienti e lavoratori – era necessario raccontare cosa è realmente accaduto, e come».
Il problema che ha suscitato tanta attenzione mediatica riguarda un contenzioso pregresso con l’azienda sanitaria regionale, ma dalla sua lettera si evince che il tema si inquadra in contesto più ampio. Qual è la vostra posizione?
«Parliamo di forniture di sangue da parte del centro trasfusionale Asrem, riferite alla gestione precedente al nostro ingresso. Una sentenza di primo grado, impugnata in Corte d’Appello e pertanto non passata in giudicato. Non neghiamo la vicenda, ma è importante sottolineare che si tratta di una situazione ereditata, su cui stiamo facendo chiarezza nelle sedi opportune. È accaduto che, in pieno periodo festivo e di ponti, un atto di pignoramento ha paralizzato ogni tipo di pagamento dell’ospedale, inclusi stipendi e approvvigionamenti anche per presidi e medicinali salvavita. Nessuna telefonata, nessun avviso, nessuna comunicazione informale prima di un atto così invasivo. Legalmente non era obbligatorio e l’amministrazione dell’ente è tenuta tutelare gli interessi pubblici, ma tra aziende che lavorano insieme per garantire la salute dei cittadini, che condividono pazienti e responsabilità, un gesto di diverso di collaborazione era quanto meno auspicabile.
D’altro canto, la nostra struttura, ha erogato prestazioni salvavita non disponibili presso altri nosocomi regionali – come radioterapia, cardiochirurgia e oncoematologia – regolarmente fatturate e coperte da contratti firmati, in base a sentenze del Consiglio di Stato e del Tar Molise. E su queste, vantiamo crediti per anni pregressi ancora non liquidati dalla struttura commissariale.
La situazione in Molise è complessa, ma continuo a credere nelle istituzioni. So bene quanto la sanità molisana sia in difficoltà, quanto il commissariamento sia pesante, quanto sia fragile l’equilibrio complessivo. L’importante era risolvere e supeare l’urgenza. Ora è inevitabile che le situazioni pregresse dovranno essere affrontate con decisione e in maniera definitiva».
Per risolvere il blocco, c’è stato anche un impegno istituzionale forte. Vuole ringraziare qualcuno in particolare?
«Ringrazio in primis il prefetto di Campobasso, che ha gestito il tavolo di confronto con equilibrio, fermezza e attenzione alle parti. Ha garantito il rispetto reciproco e favorito la costruzione dell’accordo. Ringrazio inoltre il presidente Roberti e l’assessore Marone, che in rappresentanza del governo regionale hanno dimostrato sensibilità contribuendo alla mediazione e dialogo. Quando si risolve una situazione così delicata e complessa, serve la volontà di tutti gli stakeholder. La soluzione è stata possibile solo alla disponibilità della direzione di Asrem, della Regione Molise e struttura commissariale»
Veniamo alla forza interna: il personale. Ha speso parole molto intense nella lettera aperta.
«Sono parole che vengono dal cuore. In quei giorni in cui tutto sembrava traballare, i nostri medici, infermieri, tecnici, Oss e amministrativi non hanno mai mollato. Hanno continuato a lavorare, a curare, a essere presenti. Sono loro l’anima di Responsible. E non li ringrazierò mai abbastanza. In un Paese in cui si parla spesso di “eroi della sanità”, questi sono eroi veri. Silenziosi, instancabili, umani».
E i pazienti? Come hanno reagito?
«Con grande fiducia. Qualcuno ci ha chiesto: “Resistete, vero?”. Altri ci hanno ringraziato. Molti non si sono nemmeno accorti di quanto stava accadendo, perché abbiamo fatto in modo che il disagio non ricadesse mai su di loro. Questo, per me, è il successo più grande: aver garantito continuità di cura, nonostante tutto».
Oggi Responsible è un’eccellenza nazionale in molti ambiti. Vuole ricordare qualche dato?
«Sì. Responsible è una struttura a valenza nazionale per le cure cardiovascolari ed alcune specialità oncologiche. I reparti di cardiologia come l’elettrofisiologia ed emodinamica, per qualità e volumi sono un pilastro della sanità molisana. Numeri alla mano, con un tasso di mortalità globale di 1.6% nel 2024, la cardiochirurgia di Responsible è in assoluto tra le migliori d’Italia. Abbiamo un focus importante per la cura della donna. Per esempio, da qualche mese siamo centro di eccellenza europeo per la cura dei tumori dell’endometrio. Il nostro reparto di radioterapia oncologica è riconosciuto a livello mondiale per l’innovazione e la ricerca. I reparti di chirurgia oncologica, oncologia e oncoematologia sono composti da professionisti stimati e grande esperienza. Credo sia motivo di orgoglio per i cittadini di una regione intera».
Chiudiamo con uno sguardo al futuro. Che cosa si aspetta ora?
«È un periodo di cambiamenti e di evoluzione dovuta per la sanità. Ci sono molti temi che il governo è obbligato ad affrontare per dare una svolta e attuare le azioni necessarie per raggiungere l’obbiettivo di risanare la sanità molisana ed uscire dal commissariamento. Responsible può, vuole e deve contribuire a questo risanamento. La sanità è pubblica e Responsible, così come le altre importanti strutture accreditate, ne è parte integrante. Per raggiungere qualsiasi obbiettivo positivo per il Molise, bisogna pensare ad integrarsi e a non vedersi come parti contrapposte.
Un mio pensiero è anche rivolto all’immagine di questa regione in Italia e all’estero. Situazioni di contrasto non rafforzano i rapporti di fiducia nel lungo termine. Il Molise ha tante potenzialità e per svilupparle occorrono investimenti. Per attrarre investitori bisogna costruire una reputazione in ambiti specifici. Sono convinto che la sanità potrebbe diventare uno dei motori trainanti dell’economia regionale per creare benessere sociale ed economico. È di vitale importanza dimostrare solidità ed affidabilità, altrimenti resterà tutto solo utopia».
A proposito, può dirci qualcosa in merito alla più volte annunciata integrazione con l’ospedale Cardarelli?
«La nostra struttura si presterebbe sicuramente alla creazione di un polo integrato che di fatto potrebbe ambire a diventare un vero e proprio policlinico del Molise. Responsible è già oggi formalmente sede della facoltà di Medicina di Unimol e parte integrante di diverse scuole di specializzazione, come quelle di ginecologia e cardiologia. L’apertura al dialogo non è mai mancata. La decisione di un’eventuale integrazione non è unilaterale ed è ovvio che per un progetto così importante serve un accordo che soddisfi tutte le parti in causa».
Una frase che racchiude questo momento?
«Lo abbiamo scritto nella lettera. E lo ripeto oggi. “Non siamo perfetti. Ma siamo presenti. Siamo coerenti. E siamo determinati”. Ma soprattutto, continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto: curare le persone».
Lu.Co.