Si è svolto ieri mattina, presso il Tribunale dell’Aquila, l’incidente probatorio disposto nell’ambito delle nuove indagini sulla morte della giudice molisana Francesca Ercolini, ritrovata senza vita nella sua abitazione di Pesaro il 26 dicembre 2022. Un passaggio cruciale, che ha portato alla nomina ufficiale del collegio peritale incaricato di eseguire una seconda autopsia.
A guidare il team di esperti sarà il professor Vittorio Fineschi, ordinario di Medicina legale all’Università “La Sapienza” di Roma, considerato tra i massimi esperti a livello nazionale. Fineschi è noto anche per il suo ruolo di superconsulente nel caso di Liliana Resinovich, altra vicenda seguita con grande attenzione dai media.
Nel corso dell’udienza, il gip ha fissato anche la data dell’autopsia: l’esame si terrà il 21 giugno prossimo presso l’Istituto di Medicina legale dell’Umberto I di Roma (la giudice Ercolini riposa nel cimitero di Riccia). Si tratterà di un accertamento complesso, da cui ci si attende di fare definitiva chiarezza su una morte che, sin dall’inizio, ha sollevato dubbi e domande.
Come emerso nei mesi scorsi, la nuova perizia è stata sollecitata dalla Procura dell’Aquila, che ha accolto le richieste della madre della magistrata, Carmela Fusco. Le indagini, il cui iter è risultato complesso e articolato, si sono estese fino a ipotizzare reati come depistaggio, falsità ideologica e violazione del segreto istruttorio. Tra gli indagati figurano il marito di Francesca Ercolini, Lorenzo Ruggeri, quattro funzionari delle forze dell’ordine e il medico legale che eseguì il primo esame sulla salma.
Oltre all’autopsia, il gip ha disposto l’esecuzione di un esperimento giudiziale, finalizzato alla ricostruzione della scena del decesso nell’abitazione di viale Zara a Pesaro, tuttora sotto sequestro. L’obiettivo è fornire una lettura tecnica e puntuale della dinamica, confrontando i nuovi dati con quelli emersi nelle prime ore successive al ritrovamento del corpo.
Il lavoro del professor Fineschi e del suo collegio sarà decisivo per stabilire eventuali incongruenze nella ricostruzione iniziale e verificare la fondatezza delle osservazioni avanzate nell’esposto della famiglia della giudice e fatto proprio dalla Procura.
Famiglia che ha solo chiesto la verità sulla vicenda, senza ombre né omissioni. Una verità che oggi appare un passo più vicina.
ppm