“Un” specialità dell’Emilia… Noi giornalisti lo chiameremmo refuso, neanche un errore. E poi: In Molise ad Agnone c’è la più grande fonderia specializzata di campane d’Italia.
È la più antica in Italia e fra le più antiche nel mondo, la fonderia Marinelli. E assolve perfettamente alla missione di portare in alto il nome della XX Regione visto che a Treviso un alunno delle elementari l’ha immediatamente collegata al nome Molise. Ma non è la più grande? O sono state le aggiunte, i ripensamenti e le correzioni del bambino a provocare la reazione della maestra diventata un caso nazionale?
«Se la tua idea è di continuare così, per me puoi stare a casa!», ha scritto infatti l’insegnante sul foglio del compito. Anzi, più precisamente: «Sono sinceramente stufa di correggere innumerevoli correzioni di verifica (refuso anche qui? La “forma” del rimprovero con penna rossa non è sfuggita soprattutto sui social, ndr) scritte con i piedi, piene zeppe di errori ortografici vari e di inesattezze. Se la tua idea è di continuare così, per me puoi stare a casa!». Un messaggio che ha lasciato basita la famiglia dello studente, come riporta il Corriere del Veneto, e che si è aggiunto a tutta un’altra serie di punizioni (fisiche e psicologiche) che ricordano «i racconti dei nostri nonni».
«Ci siamo dovuti nostro malgrado scontrare inaspettatamente con una metodologia di insegnamento che ricorda i racconti dei nostri nonni», hanno scritto i genitori. «Quando i maestri bacchettavano i bambini o li facevano sedere sui ceci». L’alunno sarebbe stato costretto a «stare in piedi lì all’angolo in corridoio» senza poter fare l’intervallo. Avrebbe subito anche la continua minaccia di non poter «fare la presentazione alla recita di fine anno» in caso di ulteriori errori nelle verifiche. Il comportamento, hanno sottolineato i genitori, che «esula a nostro modo di vedere da qualsivoglia finalità educativa e si trasforma in una vera e propria fonte di ansia e inquietudine».
I genitori sono stati ricevuti dal dirigente scolastico della scuola paritaria dove è accaduto il “fattaccio”: «È innegabile la caduta di stile della collega, che si è lasciata andare a un’esternazione impropria e che si è detta dispiaciuta», l’ammissione del dirigente «Si tratta di una docente che segue quella classe da cinque anni e lavora con noi da 20, abbiamo piena fiducia in lei. L’errore c’è stato». Il dialogo tra istituto e genitori è andato avanti per settimane. Ma la mamma e il papà del bambino hanno poi denunciato pubblicamente l’accaduto: «Vorremmo sollevare una presa di coscienza del ruolo della scuola nel mondo odierno». Il dirigente non ha potuto che prendere atto ma ha commentato: «Ci è dispiaciuta questa presa di posizione pubblica vista l’attenzione che da sempre ha il nostro istituto agli studenti».
ppm

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