Non solo il parere sugli atti di programmazione sanitaria, non solo il Dipartimento di assistenza integrata. Non solo reparti clinicizzati con primari universitari, in parole più semplici.
Fra le novità del protocollo per la disciplina delle attività didattiche, di ricerca e di assistenza sanitaria firmato dal commissario Marco Bonamico e dal rettore di Unimol Giuseppe Vanoli c’è anche un focus sulla formazione di medici e specializzandi. Qualche nuova formula e un’accelerazione sul reclutamento di medici in formazione che attraverso l’Università può scorrere più velocemente e in maniera più mirata. La presenza dell’ateneo e il suo collegamento con il sistema universitario nazionale consentono infatti di superare, seguendo precise norme di settore, anche vincoli che per le Asl diventano lacci abbastanza stretti.
Unimol, come in questi mesi è stato pubblicamente chiesto anche, per esempio, dal presidente della Regione Francesco Roberti, diventa il perno delle misure da mettere in campo per “riempire” le corsie di camici bianchi. Per formare specialisti, o reclutare specializzandi e medici, nelle discipline che presentano il maggiore fabbisogno. La carenza è particolarmente impattante per alcune discipline, condizionando perfino la copertura fisiologica dei turni. Nell’area dell’emergenza urgenza, in quella della pediatria, dell’ortopedia. Soffre ancora anche l’anestesiologia, negli ospedali spoke di Termoli e Isernia sono in difficoltà le medicine interne, le cardiologie per gli emodinamisti. Mentre al Cardarelli il reparto guidato da Angela Rita Colavita e quello di Medicina interna diretto dal prof Gianluca Testa vivono una condizione tutto sommato buona dal punto di vista dell’organico. Anche perché il lavoro portato avanti dalle Scuole di specializzazione di Unimol in questi anni sta dando i suoi primi frutti: giovani professionisti laureati e specializzati a Campobasso, che hanno poi deciso di restare nelle corsie molisane.
Portare a sistema, anche con l’apertura di altre Scuole, questo modello al servizio della sanità pubblica e attivare strumenti innovativi che consentano di attrarre negli ospedali molisani anche specializzandi di altri atenei è uno degli obiettivi di fondo dell’intesa siglata in questi giorni e che sarà in vigore fino al 31 ottobre 2028. «Per una più completa formazione dei futuri medici e professionisti della sanità, nonché dei medici in formazione specialistica, Regione e Università si impegnano a collaborare per favorire scambi con altre Regioni e altri Paesi, sia per consentire esperienze presso altri centri sia per favorire soggiorni di studenti e docenti provenienti da altri sedi», prevede l’ultimo comma dell’articolo 13 del protocollo dedicato alle Scuole di specializzazione.
Una formazione più completa e che punta in alto, al miglioramento continuo dell’offerta, è anche un target strettamente collegato a uno degli obiettivi di mandato dichiarato del rettore Vanoli, valido per Medicina ma anche per tutti gli altri corsi di laurea: la qualità della didattica sarà una priorità.
ritai

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