A mezzogiorno di domani, 23 dicembre, presso l’assessorato regionale al Lavoro, su convocazione del dirigente del settore, proseguirà il confronto tra le organizzazioni sindacali metalmeccaniche e i vertici aziendali dell’Astec di Pozzilli per evitare il licenziamento di 40 lavoratori a fine dicembre. L’impresa, che opera nell’indotto dell’auto ed è fornitrice della multinazionale ‘Saint Gobain’, ha avviato le procedure di collocazione in mobilità e, dopo il verbale di mancato accordo in sede territoriale, ha sollecitato l’attivazione del confronto presso la Regione Molise che ha 30 giorni di tempo per evitare la perdita del posto di lavoro ai due terzi degli occupati dell’Astec. “Nella precedente riunione – spiega l’assessore Michele Petraroia – ci si è soffermati su misure alternative ai licenziamenti, quali l’utilizzo di 13 settimane di cassa ordinaria o la possibilità di accedere a un ulteriore periodo di contratto di solidarietà, ma su entrambe queste ipotesi serve una verifica con la sede Inps per accertarne la percorribilità tecnica, visto che l’azienda ha già superato l’utilizzo di 36 mesi nel quinquennio di copertura degli ammortizzatori sociali”. “Si dovrà quindi accertare la sussistenza dei requisiti per la cassa in deroga nel 2014, anche se al momento mancano certezze a livello nazionale sia sui requisiti sia su fondi e criteri. Ciò che si evidenzia con la vertenza Astec è la profondità della crisi industriale in cui versa il Molise, che non risparmia il settore metalmeccanico e coinvolge l’indotto dell’auto ubicato in gran parte nel Nucleo di Pozzilli-Venafro”. “Per questo – suggerisce Petraroia – servirebbe uno strumento di programmazione negoziata quale un Contratto di Sviluppo da concordare con la presidenza del Consiglio dei ministri per attutire i disagi delle crisi devastanti dell’Ittierre e della Gam-Solagrital. Solo l’unità d’intenti del territorio, dei lavoratori e delle imprese, invocata a gran voce anche dall’arcivescovo Bregantini – conclude – può accompagnare il Molise fuori dalla palude della rassegnazione e della protesta senza proposta”.

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