Il gup del tribunale di Campobasso Teresina Pepe ha respinto la richiesta di giudizio abbreviato condizionato presentata dall’avvocato Carmine Verde, che aveva chiesto di ascoltare due testimoni e di presentare una perizia di parte.

E così il processo ad Antonio La Porta inizierà il 12 marzo in Corte d’Assise.

Il 55enne, originario di Cercemaggiore, ma residente a Campodipietra, rischia l’ergastolo.

Lo scorso 25 maggio, uccise il fratello Vincenzo La Porta, 63 anni, con un colpo di pistola al termine di una animata discussione per vicende legate alla divisione di un appezzamento di terra.

L’uomo, in cella da quel tragico pomeriggio, potrebbe non beneficiare della riduzione di un terzo della pena.
L’accusa è di omicidio volontario pluriaggravato dal rapporto di parentela e dalla detenzione illegittima di armi.

All’udienza preliminare era presente anche la parte civile, rappresentata dagli avvocati Fabio Albino e Valentina Piunno, oltre all’accusa con il pm Nicola D’Angelo .

Il difensore dell’imputato, al termine dell’udienza, si è detto comunque fiducioso. L’obiettivo è far cadere l’accusa di omicidio volontario. Secondo Carmine Verde, il 55enne sarebbe stato aggredito dal fratello e dai nipoti dopo l’alterco per la delimitazione di un terreno.

Non sarà facile, considerando l’aggravante del legame parentale con la vittima e i precedenti a carico di Antonio La Porta che negli anni 80 fu condannato a 18 anni di carcere per violenza sessuale.

“Il mio assistito non voleva uccidere, si è trattato di un fatto accidentale, non voluto. La Porta – dichiarò l’avvocato Verde al termine dell’interrogatorio di garanzia del 27 maggio – non si è tirato indietro dalle sue responsabilità. E’ rammaricato per quanto accaduto”.

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