Il grido d’aiuto delle famiglie dei pazienti definiti ‘stabilizzati’ è arrivato fino alle orecchie dell’arcivescovo di Campobasso GianCarlo Maria Bregantini. Ha incontrato e raccolto lo sfogo di mamme disperate, che chiedono il rispetto del diritto alla salute dei loro figli, ma che si sono dovute scontrate di fronte al ‘muro’ eretto dall’Asrem: dal 1 gennaio non pagherà più alla Fisiomedica Loretana la retta per le prestazioni riabilitative necessarie ai ventuno degenti. La vicenda ha commosso l’arcivescovo che in una nota diramata alle redazioni giornalistiche ha espresso “un profondo rammarico per la decisione di affidare questi ventuno pazienti molisani alla sola assistenza sociale, anziché alla assistenza sanitaria della Asrem”.

La condanna del presule è netta: “Analizzando ogni cosa, esprimo la mia non condivisione netta, nell’etica cristiana, della valutazione data al caso. Non è infatti condivisibile la tesi che chi non è migliorabile va abbandonato dalla struttura sanitaria, per lasciarlo alle sole famiglie, spesso precarie per anzianità dei familiari o per povertà sociale”.

Bregantini, al tempo stesso, ha rivolto un monito all’Azienda sanitaria per evitare discriminazioni nei confronti dei più deboli: “invito la Asrem a dialogare con le istituzioni regionali, per una più allargata partecipazione dei costi sociali, che consentano di garantire quell’assistenza sanitaria a cui questi pazienti hanno bisogno e diritto. Si tenga infatti conto che questi pazienti sono insieme ormai da oltre venti anni e sono tra di loro come fratelli e sorelle. Non va poi sottovalutato che i pazienti ivi ricoverati, provenienti da altre regioni limitrofe, continuano a ricevere regolare assistenza sanitaria dalle rispettive Asl”.

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