“Se mi commissariano dovrebbero farlo con tutti i presidenti delle regioni in piano di rientro”.

Così Paolo Frattura all’indomani dell’ennesima sonora bocciatura arrivata dal tavolo tecnico sulla sanità sui conti ancora in rosso del Molise.

Una bocciatura che ora sì potrebbe avere ripercussioni gravi, sia dal punto di vista politico che da quello dei servizi, perché l’epurazione di Frattura da commissario aprirebbe la strada all’arrivo di un tecnico che metta in atto tutti quegli imperativi ribaditi ieri a Roma.

Chiudere gli ospedali, aumentare le tasse, contrarre un nuovo mutuo di 290 milioni e licenziare centinaia di lavoratori che operano nel servizio sanitario.

A questi ordini il Governatore della Regione ha detto no e ora si prepara all’ultima mossa: rivolgersi direttamente al Premier Renzi.

“Oggettivamente la situazione così com’è non è proporzionale al fondo sanitario ragionale, ma un conto è questo e un altro è devastare la nostra regione – ha detto – ci sarà quindi una lettera aperta a Renzi e mercoledì prossimo, in sede di Conferenza Stato Regioni, alla presenza del ministro Lorenzin, preannuncerò le determinazioni che questa Regione vuole assumere, vedremo chi le condividerà e chi invece perseguirà ancora strade populiste.

Io mi aspetto il commissariamento, ma a cosa servirebbe. Spetta al Governo decidere sul commissario, ma o decide di assumere la stessa posizione verso tutti i commissari, in virtù di quanto stabilito dal patto della salute, oppure se dovesse essere solo nei confronti del Molise valuteremo il da farsi, senza escludere alcuna soluzione.

Il debito è stato contratto dal centrodestra e se Renzi mi commissarierà sarà perché non ho imposto al Molise tasse o mutui per rientrare dai 290 milioni, quindi sarebbe anche comprensibile, ma sono convinto che Regione e Governo possano costruire una soluzione diversa rispetto al rientro dal defict costruito da Michele Iorio, Ulisse Di Giacomo e tutto il centrodestra”.

Frattura risponde a Ulisse Di Giacomo, che lo aveva accusato di scaricare le sue responsabilità su altri e parla dell’eventuale aiuto dei parlamentari. Danilo Leva non ha fatto mancare il suo commento.

“Se non chiede la deroga al Balduzzi,s e dice no all’azienda universitaria, se non attua proteste forti ,non può continuare a gridare alla luna.
Noi le nostre proposte le abbiamo messe tutte sul tavolo con forza e determinazione. Ora tocca a lui”.

“L’onorevole Venittelli è stata la prima a chiamarmi oggi, Ruta e Leva no”, ha concluso Frattura.

 

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