Sulla vendita dell’ex Arena il tribunale di Campobasso deciderà a fine ottobre. Il giudice è chiamato a stabilire se vale il diritto di prelazione della Dasco, che quindi pareggiando la prima offerta migliorativa (8,1 milioni) del gruppo Amadori ha diritto all’aggiudicazione di incubatoio, macello e centri allevamento o se invece Agricola Vicentina può invece rilanciare (lo ha fatto a 9,1 milioni) e, in caso gli abruzzesi non volessero ‘raggiungerla’, portare a casa i beni.

Intanto, il clima fra i 270 cassintegrati tende al brutto. Il 4 novembre scade la cassa straordinaria. E i punti interrogativi sulla proroga degli ammortizzatori, già evidenti per condizioni legate alla situazione societaria (Gam – Solagrital), aumentano. Perché la proroga necessita, alla base, di una ipotesi di rilancio. Mario Michele Izzi è di Torella, monoreddito, con l’assegno della Cigs mantiene moglie e figli. Adesso è in ansia. «Dovremmo fare qualcosa e ora, il 4 sarà tardi per andare ad urlare in piazza», dice a Primo Piano Molise. Le tre settimane che mancano alla definizione della guerra fra Dasco e Amadori gli sembrano un’enormità. «Ma semplicemente perché il 4 scade la cassa e, se da una parte abbiamo un milione in più, dall’altra c’è un piano industriale presentato al ministero dello Sviluppo economico. Se avesse ragione Amadori in pochi giorni dovrà presentare un suo piano al Mise perché si possa basare su quello la richiesta di proroga della cassa?». Il suo è un appello al magistrato: «Io lo so che un giudice fallimentare deve valutare altri aspetti, ma vorrei che arrivasse anche la nostra voce. Se c’è un altro piano industriale anche migliore di quello anticipato, ben venga. Ma noi lo vorremmo sapere. Da tempo viviamo la condizione in cui appena c’è un progetto per la ripartenza arrivano i grandi e lo frenano. È successo ai tempi di Volpe Pasini con La Pellegrina (società del gruppo Aia, ndr). Mi auguro che il tutto si risolva presto, altrimenti andremo in mobilità. E anche la politica non può lavarsene le mani».

Giancarlo D’Ilio, rsu Cisl, rilancia: «Siamo in cassa integrazione da tre anni. Io ho partecipato in questi anni alle riunioni al Ministero, sono stati contattati tutti gli imprenditori del settore, ma nessuno si era fatto avanti finora. Il 7 settembre il dottor Castano (che coordina la task force per le aziende in crisi, ndr) ha detto che ci sono i presupposti per la proroga degli ammortizzatori perché c’è un’ipotetica ripresa. Ed è questa che a noi interessa. Gli ammortizzatori servono come sostegno mentre l’azienda si riavvia». La novità, a cui fa riferimento D’Ilio, è la presenza a quel tavolo della Dasco, dei vertici della Sagem e l’impegno lì dichiarato dall’amministratore della società teramana Danilo Iannascoli di rilevare i beni dell’ex Arena e di riaprire il macello. «Se l’azienda la rileva qualcuno solo per far dispetto ad un altro non riparte e quindi – sono i dubbi di D’Ilio – perdiamo tutto». La sua domanda è «qual è l’altro piano industriale e come tutela i lavoratori. Qui – precisa – nessuno tifa per nessuno, ma siamo arrivati col pallone quasi dentro la porta. Non possiamo permetterci di tirare fuori».

La Cgil, con Mariano Russo e Mauro Latessa (rsu della Flai), vede «uno scontro ad alti livelli, che se da un lato dà ancora più sostanza alla richiesta di proroga della cassa integrazione perché a contendersi l’azienda sono in due, dall’altro purtroppo i lavoratori e il territorio sono qui ad aspettare. L’auspicio è che a breve avremo un’azienda che presenta un piano industriale e che questo piano ricollochi tutti i lavoratori dell’ex Gam. Chiediamo garanzie, non solo sui livelli occupazionali ma anche sui diritti perché rischiamo di diventare precari».

In serata arriva anche la nota dell’ex assessore Petraroia. Incertezze sulla Cigs della Gam, altrettante per i tanti ex Ittierre (circa mille per i quali è in scadenza la mobilità). È «un’emergenza sociale», per cui chiede al Mise di convocare sindacati, procedure concorsuali e Regione.

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