L’assenza dei comuni del Cratere e del Fortore – di fatto fuori dalle politiche di programmazione e rilancio economico previste non solo dall’area di crisi non complessa ma anche da quella complessa – da quelli da ammettere ad agevolazioni previsti dalla legge 181/89 è per la consigliere regionale Fusco Perrella motivo di interrogazione.

«Ancora una volta – spiega in una nota – come già successo per il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa, il Consiglio regionale e tutte le parti interessate sono stati tenuti al di fuori di ogni forma di dialogo o concertazione, secondo una pratica diventata oramai consuetudine nel corso di questa legislatura regionale; sarebbe questo il ‘palazzo di cristallo’ più volte promesso da questo Governo regionale? Viene davvero da chiedersi quale sia oramai il ruolo residuale riconosciuto al Consiglio regionale, come sempre informato di quanto realizzato dalla Giunta e dal Presidente Frattura oramai a cose fatte, tant’è che la questione dell’area di crisi complessa è stata discussa nell’Assise consiliare solamente a seguito di una mozione presentata dai Consiglieri regionali di Centrodestra. Resta il fatto che una parte importante del nostro territorio, duramente colpita già dal Sisma del 2002 e ancora impegnata nella delicata fase di ricostruzione, adesso si trova a non beneficiare di importanti agevolazioni che avrebbero potuto spingere il tessuto imprenditoriale e sociale verso un ripresa economica e produttiva che tarda ancora a palesarsi. L’invito rivolto al Presidente Frattura e all’Assessore Veneziale è quindi quello di venire a riferire in aula le circostanze e soprattutto le valutazioni della scelta fatta, che a noi e alla popolazione dei comuni interessati resta difficile da comprendere, e soprattutto chiediamo di conoscere se sono al vaglio del Governo regionale programmi di intervento per i comuni rimasti al di fuori degli interventi da attuare di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, affinché a tutto il territorio regionale vengano concesse le medesime opportunità di ripresa economica, produttiva e sociale, senza fare figli e figliastri, soprattutto aprendo una fase di concertazione necessaria per programmare un’idea di sviluppo della nostra regione, una visione più volte annunciata e che tarda ancora a realizzarsi».

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