In due giorni ha trasferito la direzione amministrativa e quasi completamente arredato la stanza in cui lavorerà al secondo piano del palazzo dell’Asrem. Pochi metri dalla ‘zona rossa’ della direzione generale. Due corridoi solamente fra l’ex capitano del Nas Antonio Forciniti (a destra nella foto) e l’ingegnere Gennaro Sosto.
Calabresi entrambi ma si sono conosciuti qui, racconta Forciniti. Che la Calabria l’ha lasciata per gli studi universitari nel 1992 e non è più tornato se non per andare a trovare i familiari. Quarantatre anni, nominato al vertice amministrativo dell’azienda sanitaria del Molise a inizio agosto, voluto fortemente dal governatore Frattura e dal manager Sosto, per insediarsi ha dovuto aspettare. Tre mesi e mezzo. Meno dei suoi colleghi ufficiali dei carabinieri che hanno accettato proposte analoghe in altre Asl. Tre mesi e mezzo non facili. Trascorse le prime settimane, hanno fatto capolino le polemiche, i dubbi e le voci. Si è detto che non avesse i requisiti. O che non volesse più accettare. Era semplicemente la normale procedura, commenta nel suo nuovo ufficio. Conosce le criticità e i problemi della macchina che ora dirige, la sua intenzione è «correre, recuperare tempo e accorciare la distanza fra i cittadini e l’accesso ai servizi».
Il via libera dal ministero della Difesa all’aspettativa e quello dei ministeri dell’Economia e della Salute – che affiancano il Molise nel percorso del piano di rientro – a metà novembre. E giovedì 24 il capitano si è insediato. Dal 2002 per cinque anni a capo del Nucleo Radiomobile dell’Arma di Termoli, dal 2011 era alla guida del Nas. Tante le indagini portate avanti in ambito sanitario: sul fenomeno dell’assenteismo o della corruzione, sulle strutture di assistenza agli anziani. Tra il personale che ora Forciniti coordina da direttore amministrativo, anche medici ed operatori su cui ha indagato. Per qualcuno la sua è una posizione ‘inopportuna’. Lui, il diretto interessato, come la legge questa situazione? «Non credo ci sia alcun problema in questo. Io non ne vedo, non ho mai personalizzato il mio lavoro. In 18 anni ho conservato ottimi rapporti con tutti, il confronto è stato ed è professionale. Nell’ambito delle attività che ho portato avanti ho segnalato quanto avevo accertato, la dimensione del processo non mi interessa, nel senso che non ho mai avuto preclusioni verso determinate persone. Anzi – aggiunge il neo direttore – mi piace chi vuole riscattarsi anche nell’immagine».
Non ha diretto le indagini dalla scrivania, Forciniti. A notificare i provvedimenti, con blitz che hanno sempre fatto rumore e spesso si sono svolti nei corridoi che ora visiterà da vertice amministrativo e rappresentante del datore di lavoro, andava lui. «Beh, ci ho sempre messo la faccia ma con serenità d’animo. Ognuno fa il proprio lavoro. Trovo inesistente la questione del ‘controllore e controllato’. Io non venivo pagato per ‘controllare’ qualcuno. Svolgevo, e continuo a farlo, un servizio pubblico. Continuo a lavorare per lo Stato, solo da un’altra parte».
All’orizzonte la gestione dei concorsi, i primi da oltre 10 anni, dopo lo sblocco del turn-over per la sanità molisana. Gestione che compete alla direzione generale, ma quella amministrativa – peraltro in mano ad un investigatore di lungo corso – avrà un ruolo chiave. «Far funzionare le cose» in generale, è l’obiettivo principale di Forciniti. E da lavorare, sotto questo profilo, ce n’è. Lui l’ha fatto finora su un altro fronte. E perciò non si nasconde un’avvertenza decisiva: «Devo evitare di sbagliare, questo è certo».

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