Dieci anni fa il terremoto dei bambini di San Giuliano di Puglia. Alle 11,32 una forte scossa di magnitudo 6.0 della scala Richter cancellò una intera generazione che rimase sepolta sotto le macerie della scuola Jovine. Morirono 27 alunni e una maestra. Cento i feriti, tremila gli sfollati. A dieci anni di distanza quella ferita ancora non si rimargina e si rinnova ogni qualvolta il terremoto porta altrove morte e distruzione. E’ successo col sisma dell’Abruzzo dove comunque abbiamo pagato un tributo di vite umane, sta capitando anche in questi giorni con il terremoto dell’Emilia dove vivono tanti nostri corregionali. La storia dolorosa di uno di questi la segnala il consigliere regionale del Pd Michele Petraroia. Lui si chiama Nello D’Amico, fa l’artigiano ed è originario di Jelsi. Abita a Rovereto sulla Secchia, frazione di Novi di Modena, e da lunedì dorme in auto con la moglie e i bimbi di 2, 4 e 6 anni perché la sua casa è stata dichiarata inagibile dai vigili del fuoco. Il consigliere Petraroia segnala il caso al governatore Iorio e al direttore dell’Agenzia della Protezione civile. A entrambi chiede un aiuto per questo padre di famiglia che pur rivolgendosi alla locale amministrazione non ha ancora ricevuto nessun tipo di riscontro per via delle molteplici emergenze che ci sono nell’area terremotata. Tenendo conto che la Colonna Mobilie “SIRIO” della Protezione Civile del Molise ha insediato il proprio campo base nel comune di Medolla, che dista solo 10 km dalla frazione di Rovereto sulla Secchia, Petraroia suggerisce di valutare la possibilità di soccorrere la famiglia di Nello D’Amico insieme alle altre della frazione.

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