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"Le elezioni regionali sono state annullate perché le liste escluse hanno inciso sull’elezione del presidente, dunque se la tornata va ripetuta questo vale solo per il governatore". Potrebbe essere questa la strategia difensiva che gli avvocati del centrodestra adotteranno per ribaltare la sentenza del Tar Molise. “Sarà uno dei motivi di appello”, precisa poi l’avvocato Papa. “Emerge dalle motivazioni che la posizione dell’assemblea è diversa da quella del presidente. Sul punto – ragiona De Bernardo – mi sono confrontato coi colleghi e gli avvocati. Credo che si tratti di uno spunto interessante per il processo di secondo grado sul quale siamo comunque fiduciosi: i giudici romani ci daranno ragione”.

Intanto, Nicola Romagnuolo si dice sereno. Escluso dalla competizione dai giudici di via San Giovanni perché, in parole povere, il vicesindaco di Casacalenda nell’autenticare la sua accettazione di candidatura ha inserito i suoi dati non quelli di Romagnuolo (poi riammesso con una dichiarazione del vicesindaco che spiegava l’errore), cita un caso analogo. Anzi, il consigliere di Progetto Molise lo ritiene identico. “Nel 2006 Francesco Totaro fu escluso dalla commissione provinciale e riammesso come me dalla Corte d’Appello. Il vizio contestato era lo stesso. Di Falco propose ricorso al Tar Molise e lo perse. Andò al Consiglio di Stato e perse anche lì”. È a queste due sentenze che Romagnuolo fa riferimento per liquidare la vicenda. “Parlo ovviamente di quel che il Tar ha deciso nei miei confronti, non mi sembra una tesi insormontabile. Anzi, è facilmente smontabile con un precedente – chiude – peraltro dello stesso tribunale”.

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