Gli amici di Giuseppe Iacovone vogliono vederci chiaro su quanto accaduto il 23 marzo scorso, nel terribile pomeriggio in cui il poliziotto della squadra volante ha perso la vita, a causa delle ferite riportate dopo lo schianto tra l’auto di servizio su cui viaggiava e un tir, lungo una curva della Statale 85, all’altezza di Macchia d’Isernia. Loro sono convinti che ci siano delle responsabilità da accertare in merito all’accaduto, in particolare auspicano che venga verificata la condotta del conducente del Suv, al cui inseguimento si era lanciato Iacovone. E’ per questo che ieri mattina i compagni di una vita del 28enne di Capriati a Volturno hanno inteso promuovere una mobilitazione nel capoluogo pentro, lanciando un messaggio alla magistratura, perché faccia luce in maniera definitiva sull’episodio. Una ventina di ragazzi, tutti conoscenti e amici del poliziotto sin dall’infanzia, ieri mattina si sono adunati davanti al monumento ai caduti di Piazza Tullio Tedeschi, con in mano striscioni e intonando dei cori indirizzati all’amico che ha detto addio a loro e alla famiglia mentre serviva lo Stato. “Giustizia per Giuseppe”, era la frase trascritta sulle loro magliette e lo slogan che hanno portato in giro per la città. Il corteo pacifico ha attraversato Corso Garibaldi, corso Risorgimento, per arrivare davanti al Tribunale. Il gruppo di ragazzi ha chiesto l’autorizzazione per sostare qualche minuto davanti all’atrio del palazzo di giustizia, in modo tale da rendere il messaggio ancora più efficace e per far comprendere a coloro che hanno il compito di investigare sul caso, la loro determinazione nel mantenere viva la memoria dei fatti.

Erano presenti anche due delle quattro sorelle del 28enne e l’assessore comunale di Capriati Giovanna Forte, che con Iacovone condivideva proprio l’esperienza amministrativa. “Siamo venuti qui per chiedere giustizia – ha dichiarato – sono passati tre mesi e nessuno ancora ci ha spiegato cosa è successo. Giuseppe ha il diritto di non essere dimenticato perché è morto mentre era in divisa. Era una persona splendida, un amico e un collega che come me rivestiva il ruolo di assessore per fare del bene alla comunità”. Tra i giovani di Capriati c’erano anche alcuni adulti, che hanno visto crescere il 28enne e che non riescono ancora a metabolizzare una tragedia impossibile da accettare. “Vogliamo che tutto vada a buon fine – ha dichiarato un’altra amica di Iacovone – tutti devono ricordarsi di Giuseppe per le grandi qualità che aveva”. Dalla comitiva del giovane scomparso hanno poi rimarcato la voglia di affermare a più riprese quanto la responsabilità dell’accaduto non sia in alcun modo da addebitare alla vittima e al contempo il desiderio di avere chiarezza. Ha partecipato al corteo anche Angelo Di Giglio, il poliziotto che il 23 marzo era di turno con Iacovone, rimasto ferito nell’impatto. Prossimamente potrebbe essere ascoltato di nuovo dagli inquirenti, mentre si attende che venga fissato l’incidente probatorio, così come richiesto al Gip dalla procura di Isernia. “Non si sa ancora se si farà”, le uniche parole di Marco Franco. L’avvocato siciliano, conosciuto in città per il suo ruolo da difensore dell’imprenditore Tonino Perna, sta curando gli interessi legali della persona che risulta iscritta nel registro degli indagati in merito all’inchiesta aperta sulla morte di Iacovone. L’avvocato Franco se ne sta occupando insieme alla collega di Isernia Rita Formichelli, ma da parte sua sulla vicenda vige il più stretto riserbo. Resistenza a pubblico ufficiale e morte causata da questo reato le ipotesi a carico della persona coinvolta, tuttavia nulla è stato ancora definito, in quanto l’ipotesi potrebbe tramutarsi in omicidio colposo o preterintenzionale.

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