Clima piuttosto rovente ieri mattina nella sala consiliare di Palazzo Magno dove l’Uprom ha organizzato un dibattito tra i rappresentanti delle Province di Campobasso e Isernia e una delegazione di parlamentari molisani. Polemico e senza peli sulla lingua l’assessore al turismo Alberto Tramontano che accusa i parlamentari di aver assecondato supinamente le decisioni del Governo sulle Province. “Sono assolutamente indignato come amministratore – spiega Tramontano – e come cittadino dalla sciatteria con la quale il Governo ha proposto il riordino delle provincie e dal fatto che è stato deciso con un tratto di penna che coloro che sono stati eletti dal popolo debbano tornarsene a casa non per volontà popolare ma per una questione meramente ragionieristica. Le giunte provinciali sono state barattate – continua con stizza – dai nostri parlamentari che hanno avuto in cambio la possibilità di rimanere nel parlamento italiano. “Chiediamo ai nostri parlamentari – continua Salvatore Colagiovanni consigliere provinciale e vertice dell’Uprom – di potere aver un dibattito e di far rispettare la costituzione che è stata fondata su diversi articoli dove si prevede che per abolire le Province occorrano i due terzi del Parlamento e la doppia lettura. Un governo tecnico che sta rendendo sempre più difficile la vita agli italiani e alla nostra nazione con uno stato di default accelerato anche dopo che la classe politica ha fatto un passo indietro. “Io non sono per le mezze misure – risponde il senatore Giuseppe Astore – sono invece per un riordino generale del nostro Paese, quindi va bene il riordino istituzionale ma in base ad un progetto perché non si può andare avanti a ‘‘‘‘spicchi’ come si sta facendo adesso. Questo è comunque un primo passo in cui almeno è stata abbattuta quella voglia che avevano i parlamentari di istituire ogni mese una nuova Provincia. “Io sto lavorando da mesi – ribatte Sabrina De Cammillis deputata del Pdl – da tempi non sospetti ad un atteggiamento del governo assolutamente irresponsabile per quanto riguarda la riorganizzazione dei livelli istituzionali del nostro Paese. Credo profondamente che noi abbiamo bisogno di livelli istituzionali che riescono a rispondere agli interessi della gente e non si può pensare che attraverso azioni di puro populismo si riesca a rispondere a quello che serve realmente all’Italia”. “Dietro questi tagli che riguardano la nostra regione c’è il rischio di chiusura della stessa regione spiega Mazzuto – perché è innegabile e lo abbiamo letto e sentito che persone che sono al Governo hanno detto che non ci sono motivi affinché sussistano regioni di 300 o 400mila persone”. “La costituzione non esiste più – chiude De Matteis presidente di Palazzo Magno – non siamo più in uno stato democratico, ma siamo in uno stato di regime che viene avallato anche dal presidente della Repubblica Napolitano che il 5 ha firmato il decreto del Governo e nello stesso tempo la Corte Costituzionale, cosa che non si è mai verificata, non si è pronunciata sui ricorsi di Regioni e di Province, rinviando di due mesi la decisione quando ormai sarà troppo tardi. Vogliamo che torni la legalità e la democrazia”.

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